Tecnologie & musei

C’è del tenero tra i due settori. Ma il corteggiamento è lungo e non sempre va a buon fine. Anche se i bisogni sono tanti. E le opportunità non mancano.

Settembre 2005, Il settore culturale, nella fattispecie i musei,
sta scoprendo un nuovo modo di declinare le tecnologie. Che renderebbero
la vita più facile dal punto di vista gestionale, ma costituirebbero
anche un valore aggiunto alla "classica" visita nelle sale.

I presupposti per un rapporto soddisfacente fra le due parti ci sarebbero
tutti, anche perché il mercato di riferimento è piuttosto
sostanzioso. Secondo i dati Istat che si riferiscono al 1996, i musei
e le gallerie nel nostro Paese sono 4.144. La metà si trova al
Nord, il 30% al Centro e il 20% al Sud. I proprietari sono, nel 42 per
cento dei casi, i Comuni, seguiti dai privati (17%), lo Stato, gli Enti
ecclesiastici (13% ognuno) e solo in minima parte le Università
(6%), le Regioni e Province (2,1% entrambe). Ma come associare le tecnologie
ai musei? Come rendere pratico questo incontro? Oggi ai musei viene richiesta
indubbiamente maggior apertura, trasformandosi da istituzioni fondate
sulle collezioni a soggetti fondati sul pubblico. L’obiettivo d’azione
può essere grosso modo riassunto con una parola: interoperabilità.
La sfida è, quindi, sviluppare strategie per utilizzare l’Ict in
modo coerente con le proprie finalità, sia dal punto di vista interno,
ossia come strumento di gestione e di comunicazione, che da un punto di
vista esterno, cioè come mezzo per attirare nuovo pubblico e coinvolgerlo
in maniera inedita. Farne luogo di conoscenza e formazione. Fruibile ovunque
e comunque. Ed è per questo che presso la Camera dei deputati è
stata proposta una legge che istituisca un osservatorio nazionale per
i musei scientifici. L’azione dovrebbe tenere sotto controllo circa 600
istituzioni. Ancora da censire e da strutturare anche a livello informatico.
E la proposta di legge è anche accompagnata da una copertura finanziaria
di 10 milioni di euro per il 2005 e 30 milioni per il biennio 2006/2007.

Ma non si vive solo di siti Web
Le applicazioni Ict più popolari in ambito museale sono i siti
Web relativi alla stessa organizzazione del museo, assieme a programmi
che rendano l’esperienza della visita nel museo più coinvolgente,
quindi filmati e installazioni con una propensione per l’interattività.
Un altro ambito molto vasto riguarda, invece, la catalogazione digitale
delle opere, per rendere pubblico il patrimonio.
Ma secondo gli addetti ai lavori ciò che non è stato compreso
fino in fondo è che le nuove tecnologie, nel trasferire dati e
informazioni, sono in grado di fornire, oltre a un nuovo mezzo di trasmissione,
anche una struttura cognitiva diversa. Per un utilizzo appropriato dell’Ict
dovrebbero sussistere delle "condizioni di contorno", cioè
delle persone che operano in ambito museale in grado di elaborare il cambiamento
rendendolo proprio.

Modernizzare senza snaturare
Capita, infatti, di riscontrare problemi legati alla digitalizzazione
delle opere, con siti Web non sempre all’altezza. L’abbondanza di dati
scoraggia i progettisti, che spesso si limitano a un lavoro di catalogazione,
non raccogliendo le capacità narrative nella costruzione logica
di un sito. In questo modo non si sfrutta una potenzialità fondamentale
di Internet, cioè l’autogenerazione dei contenuti, che si innesta
una volta stabilita un’interazione fra museo e utenti o fra soli utenti.
La sfida è proporsi in Rete in maniera complessa, non limitandosi
a offrire una "brochure on line", ma uno scambio informativo
bidirezionale. Da una struttura sequenziale, tipica del testo scritto,
si passerà quindi a una struttura organizzata su più canali.

Deve essere comunque chiaro che il museo on line non ha la finalità
di sostituirsi al museo reale: il rapporto che li lega è piuttosto
di mezzo-fine, in un’ottica di valorizzazione complessiva, in cui il museo
virtuale viene utilizzato per comunicare una serie di informazioni dell’istituzione
reale diventandone la mappa semantica. Lo stesso rapporto che dovrebbe
sussistere fra applicazioni tecnologiche nelle sale e museo: non si tratta
di "svecchiare" o, peggio, snaturare un’istituzione, ma semplicemente
di mettere in risalto le caratteristiche dei soggetti. Starà, poi,
ai responsabili del museo trovare le soluzioni più appropriate
e meno stridenti con la propria realtà e ai produttori proporre
la soluzione giusta al cliente giusto.

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