Sun e Microsoft discutono, a viso aperto, di Java e .Net

In occasione della manifestazione Omg Integrate.2000, tenutasi a San Francisco, i due rivali si sono confrontati sulle rispettive piattaforme di sviluppo. La casa di Redmond ha imputato al linguaggio concorrente limiti a livello di virtual machine e sintassi. Sun ha preferito puntate di più sulla pr

30 gennaio 2003 I dirigenti di Microsoft e Sun Microsystems hanno dibattuto i meriti delle rispettive tecnologie Web, in occasione della manifestazione Omg Integrate.2000 di San Francisco. Microsoft è risultata leggermente più aggressiva di Sun nel sostenere i vantaggi di .Net rispetto a Java. Dave Wright, “architetto” delle soluzioni .Net, e in passato programmatore Java, ha dichiarato infatti che «Java è un linguaggio fantastico», con seri limiti a livello della sua virtual machine e della sintassi. La strategia dei servizi Internet di Microsoft si affida piuttosto sulla Common Language Runtime (Clr) come macchina virtuale, ha spiegato l’esperto. Java, ha proseguito poi, non sarebbe adatto a scopi come lo sviluppo di applicazioni real-time, di grafica e per lo sviluppo Perl. Microsoft .Net, in compenso, rappresenta una architettura distribuita accanto a un modello indipendente dai linguaggi di componenti eseguiti dalla virtual machina Clr.

Nel suo insieme, .Net è la strategia che Microsoft ha adottato per ricreare un’intera linea di prodotti intorno a una architettura di librerie di classi di riferimento e si basa interamente su Xml per una maggiore interoperabilità. Wright ha ammesso però che Microsoft non persegue gli stessi obiettivi di Sun, che in Java vede uno strumento indipendente da ogni piattaforma facendo invece leva su una potente libreria di classi per la programmazione. «In effetti, se il target non è l’ambiente Windows – ha concesso Wright – è impossibile implementare qualcosa su .Net oggi come oggi. Ma non è escluso che lo sia in futuro». Wright ha inoltre sottolineato l’apertura di .Net nei confronti dei linguaggi di programmazione e criticato il concetto di Java Message Service. «Si potrebbe pensare che i messaggi Soap possano essere incapsulati in Jms, ma non è così. Il vantaggio di .Net è in termini di costi e di rendimento», ha concluso, ricordando che .Net supporta già 26 linguaggi diversi.

Glen Martin, principale stratega di Java 2Ee e responsabile marketing della piattaforma per Web services di Sun Microsystems, ha fatto seguito con toni meno accesi, illustrando gli obiettivi di J2Ee. I servizi Internet sono il tipico esempio di architettura orientata ai servizi, ha detto. In questo ambito è fondamentale la possibilità di integrare le applicazioni legacy. La piattaforma Java richiede la compatibilità con le specifiche Java. «C’è un sacco di programmazione coinvolta, riferita alla gestione nascosta delle risorse disponibili. È la programmazione più complessa che ci sia», ha affermato Martin dilungandosi poi sui meriti del supporto di standard come Soap da parte di Java e dal suo stato di avanzamento come piattaforma di serving applicativo. È l’approccio seguito da Microsoft per la sua virtual machine che può essere limitante, ha spiegato. «Il problema dell’uso di diversi linguaggi all’interno di una macchina virtuale è che se quest’ultima non supporta la funzione che il linguaggio intende implementare, non c’è praticamente modo perché il linguaggio possa farlo».

Nelle interviste successive al suo intervento, Martin ha sottolineato che le differenze tra J2Ee e .Net sono meno numerose dei punti in comune. Microsoft avrebbe addirittura imitato Sun nel suo approccio alla problematica della macchina virtuale.

Tra i commenti del pubblico, spiccano diverse voci che sembrano apprezzare l’universalità di Java dal punto di vista delle piattaforme supportate e altre che nutrono qualche riserva sull sicurezza della piattaforma .Net.

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