Strategie mobile: tanto rumore per nulla?

Per Hybris è il momento di guardare oltre la multicanalità. Perché convogliare investimenti di tempo, denaro ed energie sul mobile quando è sarebbe sufficiente implementare un’unica strategia di commerce declinabile su tutti i canali?

Sviluppare e implementare una strategia mobile è una delle priorità più frequentemente citate dalle aziende, anche e soprattutto quando si parla di e-commerce.
Tuttavia, è davvero sensato indirizzare investimenti di denaro ed energie in un unico canale, quando il commercio si fa sempre più integrato?
La domanda se la pone Stefan Schmidt, Vice President Product Strategy di Hybris, che così si risponde: ”Più che una strategia mobile, ritengo che per un’azienda sia necessario sviluppare una strategia di commerce a 360 gradi. E parlo proprio di commerce – senza la ‘e’ – perché si tratta di un concetto esteso, che non prevede più i comparti stagni di online, offline, mobile”.
È di fatto un cambiamento di focus, che si sposta da un’ottica basata sulla multicanalità ad una che mette al centro il brand in quanto tale, i prodotti (o i servizi) offerti, indipendentemente dal canale.

E che sia una necessità, è cosa di cui Schmidt è certo: ”In un’epoca in evoluzione come quella attuale – sostiene – , non è più efficiente né sostenibile determinare una nuova strategia o allocare budget e risorse ogni qualvolta ci si confronta con un nuovo dispositivo. Non ha più senso affermare che un business opera su web, mobile e offline: tutte queste dimensioni fanno parte di uno stesso mondo”.

C’è quasi un gap culturale, nella visione di Schmidt, che ancora fa considerare tablet e smartphne strumenti di rottura con il passato e non la naturale evoluzione di un mondo ”connesso sempre e in ogni luogo”, grazie a banda larga e cloud.
Una visione, dunque, che rischia di incutere immotivati timori e ingenerare qualche equivoco di troppo.
”Per descrivere lo stato attuale del commercio multicanale, mi piace paragonarlo all’industria automobilistica degli albori: l’utente si metteva alla guida della vettura, ma magari passava un sacco di tempo a cercare di capire (invano) il funzionamento del motore, cosa andava e cosa no. Questo è lo stato dell’eCommerce ad oggi. Che il motore funzioni è chiaro a tutti, come funzioni un po’ meno: ma se la meccanica non è importante, lo è invece sedersi al volante e far sì che la macchina funzioni, concentrandosi sul proprio core business.
Non è tutto: si tratta anche di saper gestire la paura dell’ignoto. I nuovi dispositivi incutono meno timore una volta capito che rappresentano l’ennesima faccia della stessa medaglia, ossia un nuovo modo di vedere le stesse cose ma da una prospettiva differente”
.

In sintesi estrema, in questa visione il mobile non è che un’altra maniera di accedere agli stessi contenuti già erogati attraverso il proprio sito o punto vendita: potrà comportare qualche problema di integrazione nella strategia esistente ma, in ogni caso, non andrà mai ad intaccare quello che è il core business dell’azienda.
Perché dunque convogliare investimenti di tempo, denaro ed energie sul mobile quando è sarebbe sufficiente implementare un’unica strategia di commerce declinabile su tutti i canali? Semplicemente non è efficiente copiare dati e processi e allocare nuovo personale solo perché è uscito un nuovo dispositivo.
”I dispositivi mobili sono solo un ulteriore punto di contatto con la clientela, che i retailer possono aggiungere al proprio mix”.
La strada giusta dunque, non è cavalcare l’onda dell’ultimo touchpoint, bensì adottare una strategia i cui processi, erogati da un hub centrale, siano flessibili e facilmente replicabili su tutti i canali. Senza il timore di dire: ”Oggi il mobile. Domani chissà?”

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