Stallman contro cloud e Chrome Os

Il “profeta” del software libero avanza riserve su Chrome Os, poiché troppo legato al cloud.

Richard Stallman, attivista americano del movimento del software libero, hacker e programmatore, si è scagliato contro Google ed il “cloud computing”.

Presentando un antipasto dell’incontro che lo vedrà protagonista a Roma il prossimo 19 dicembre, Stallman ha usato parole forti nei confronti di Chrome Os e di ciò che il sistema operativo “made in Google” rappresenta.

L’ideatore del progetto Gnu (progetto collaborativo per lo sviluppo di software libero avviato nel lontano 1983) ha aspramente criticato Chrome Os per il fatto di basarsi su un’impostazione esclusivamente “cloud“: installato su un personal computer, Chrome OS vincola l’utente all’utilizzo delle applicazioni web e dei servizi fruibili online. L’allergia di Stallman per il “cloud computing” è nota da tempo  ma il fondatore della Free Software Foundation (Fsf) è voluto tornare sull’argomento spiegando che documenti, relazioni, database e così via non dovrebbero essere memorizzati e gestiti su server di proprietà di terzi.

Secondo Stallman il “cloud computing” sarebbe una sorta di trappola che legherebbe gli utenti a sistemi chiusi e proprietari, con maggiori costi da affrontare nel corso del tempo. Secondo la tesi del pioniere del “copyleft“, il “cloud” rappresenterebbe una minaccia per la privacy perché non è dato sapere come i dati memorizzati “nella nuvola” saranno trattati in futuro ed in che modo le società che gestiscono i server reagiranno ad eventuali richieste provenienti dai governi.

Stallman osserva che le leggi USA stabiliscono la perdita di ogni diritto legale sul materiale informatico che venga caricato sui server di altre aziende. E’ questa, sempre secondo Stallman, la considerazione che già da sé dovrebbe far riflettere sull’argomento “cloud“.

Che il recentissimo lancio del notebook CR-48 di Google, basato su Chrome OS, sia proprio un test per verificare quanto l’utenza veda di buon occhio l’approccio “cloud“?
Intanto c’è già chi pronostica la fine di uno dei sistemi operativi di Google. E chi parla degli scenari futuri è Paul Buchheit, uno degli ingegneri che hanno messo a punto il servizio Gmail. Per Buchheit, un sistema operativo – tra Chrome OS ed Android – non avrà una vita lunga ma resterà schiacchiato sotto “il peso” dell’altro.

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