Home Apple Spotify contro Apple: dure critiche alle modifiche dell’App Store

Spotify contro Apple: dure critiche alle modifiche dell’App Store

Spotify ha assunto da tempo una posizione chiara nel chiedere alla Commissione europea di intervenire contro Apple in nome della concorrenza e dell’innovazione: la società svedese non ha mai nascosto, e ha ora di nuovo ribadito, il fatto di ritenere “inaccettabile restare fermi e permettere a gatekeeper come Apple di non essere controllati”.

L’azienda della nota piattaforma di streaming musicale ha sottolineato il concetto, alla luce delle nuove modifiche introdotte da Apple, e, ben lungi dall’esprimere soddisfazione per il modo in cui la società americana intende conformarsi alle nuove norme EU, è tornata all’attacco con critiche molto forti.

Con un comunicato dai toni accesi, condiviso sul proprio sito, Spotify ha sottolineato di aver riposto molte speranze nel Digital Markets Act (DMA), e grande soddisfazione e orgoglio per il fatto che fosse proprio l’Europa ad aver aperto la strada. Tuttavia, secondo Spotify Apple non avrebbe rispettato né la lettera né lo spirito della legge.

Afferma Spotify: “Ma come Apple ha appena dimostrato al mondo, non pensa che le regole si applichino a loro. Apple non è altro se non coerente. Sebbene si sia comportata male per anni, questa volta ha raggiunto un livello di arroganza del tutto nuovo. Con la falsa scusa della conformità e delle concessioni, ha presentato un nuovo piano che è una farsa completa e totale. In sostanza, la vecchia tassa è stata resa inaccettabile dal DMA, quindi ne hanno creata una nuova mascherata da conformità con la legge”.

Sono tre i punti principali che Spotify critica dei nuovi aggiornamenti introdotti da Apple. Il primo, è quella che l’azienda definisce “Una nuova tassa di 0,50 centesimi di euro per download, ogni anno, in perpetuo, a favore di Apple per consentire agli sviluppatori di esistere su iOS”. A questo proposito, le parole di Spotify sono molto forti: “Si tratta di estorsione, pura e semplice”.

Il secondo punto è: “Apple continua a imporre agli sviluppatori un canone del 17% per la presenza nell’App Store se offrono metodi di pagamento alternativi o link al proprio sito web”.

Il terzo punto sottolineato da Spotify è: “Apple offre app store alternativi, ma lo sono davvero?”.

Dal punto di vista dell’azienda di streaming musicale: “Spotify, come molti altri sviluppatori, si trova ora ad affrontare una situazione insostenibile. Secondo i nuovi termini, se rimaniamo nell’App Store e vogliamo offrire il nostro pagamento in-app, pagheremo una commissione del 17% e una Core Technology Fee di 0,50 centesimi di euro per installazione e anno. Per noi questo equivale a una situazione uguale o peggiore rispetto alle vecchie regole.

E se riuscissimo a rimuovere la nostra app dall’App Store e a esistere solo nell’App Store alternativo, non funzionerebbe comunque. Con una base di installazioni Apple nell’UE di circa 100 milioni di utenti, questa nuova tassa sui download e sugli aggiornamenti potrebbe far salire alle stelle i nostri costi di acquisizione dei clienti, potenzialmente decuplicandoli. Questo perché dobbiamo pagare per ogni installazione o aggiornamento della nostra applicazione gratuita o a pagamento, anche per coloro che non utilizzano più il servizio”.

In sostanza, secondo Spotify: “L’unica conclusione è: Apple sta costringendo gli sviluppatori a rimanere con lo status quo – Questa alternativa che non offre alcuna alternativa nega completamente l’obiettivo del DMA”.

È possibile leggere nella sua interezza la presa di posizione di Spotify, sul sito dell’azienda.

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