Home Digitale Soldo, il Business Operation Design il miglior investimento per il 2022

Soldo, il Business Operation Design il miglior investimento per il 2022

L’intervista a Carlo Gualardi, di Soldo

A distanza di un anno dal varo a livello europeo del recovery plan, che in Italia ha portato al PNRR, 01net realizza un’inchiesta, basata su un ciclo di interviste con le principali società che operano in Italia nell’ICT sulla loro strategia per la digitalizzazione delle aziende italiane nel 2022.
Parliamo con loro di quattro temi cardine della trasformazione digitale: resilienza, cybersecurity, cloud, sostenibilità ambientale e sociale e le risposte consentono di costruire la mappa di partecipazione delle realtà ICT alla crescita del Paese in senso digitale.
E c’è un tema in più, il quinto: con spirito consulenziale, chiediamo di fornire agli imprenditori italiani un’idea in più, capace di produrre valore immediato sul piano dell’efficienza e della competitività.

Per Soldo ci ha risposto il Ceo e fondatore, Carlo Gualardi.

Un anno dopo il Recovery Plan, a che punto siamo con la reale trasformazione del Paese: con quali soluzioni, competenze e servizi partecipate alle missioni del PNRR che coinvolgono il digitale?

Soldo si identifica prevalentemente con la missione di digitalizzazione, innovazione e competitività nelle aziende e nelle filiere industriali attraverso il supporto e la abilitazione alla digital transformation e alla automazione dei processi che aumenta la qualità e la velocità degli operatori economici. La gestione della spesa aziendale è una dimensione che attraversa l’intera azienda e che tocca praticamente ogni attività che questa compie. La digitalizzazione impone il cambiamento di molti dei fornitori e dei meccanismi di pagamento alla base della relazione con questi e la internazionalizzazione delle imprese passa dalla apertura a clienti e fornitori globali e ancora una volta impone modifiche sostanziali al modo in cui si muovono i flussi di denaro. Noi pensiamo che la digital transformation dei servizi finanziari vada di pari passo con e abiliti la trasformazione e l’evoluzione delle aziende e che questo sia il nostro principale contributo.

Il 2021 è stato l’anno in cui il tema della cybersecurity è atterrato in tutte le imprese. Quali prospettive concrete vi siete dati per il 2022?

Siccome siamo un operatore regolato di servizi finanziari per noi il tema della cybersecurity è sempre stato centrale. In qualche modo quando si pensa ad un sistema sicuro si pensa al caveau di una banca e al suo equivalente digitale “sicurezza a standard bancario” (o militare e questo perché i sistemi che gestiscono soldi sono sempre stati i più critici e quindi i più protetti. Noi siamo certificati (e validati ricorrentemente) su importanti standard di sicurezza tecnologica ormai da diversi anni ma questo è solo l’inizio. La realtà è che la sicurezza è un bersaglio mobile in continuo cambiamento che richiede continuamente una evoluzione della risposta e questo può essere raggiunto solo se si considera la cybersecurity un elemento di base che debba essere incorporato nel disegno e nel progetto di ogni sistema e di ogni processo dal giorno zero. E’ complicato e costoso ma è l’unico modo di poter assicurare un livello adeguato di protezione ai dati, e a i soldi, dei nostri clienti. E’ anche una opportunità perché sta diventando sempre più chiaro che le aziende saranno sempre meno in grado di gestire questo aspetto al loro interno e dovranno quindi delegarlo a qualcuno che se ne faccia carico.

Componente fondamentale della trasformazione digitale è il cloud. Quali sono le scelte che dovranno compiere le aziende italiane nel 2022?

Le aziende italiane dovrebbero, a partire dal 2022 ma considerandolo solo l’inizio di un percorso continuo, considerare che il cloud non è più una opzione ma è l’unica reale scelta per lo sviluppo e l’evoluzione in campo tecnologico che può supportare la digital transformation e quindi la possibilità di rimanere al passo coi tempi invece di scivolare sempre più nella mancanza di competitività ed efficienza.
Spesso il cloud viene visto solo come una possibile ottimizzazione operativa della gestione della tecnologia e facendo questo si rischia di perdere di vista il suo reale potere di evoluzione e trasformazione.
Il cloud non significa prender il mio server e metterlo in data center dove qualcun altro lo gestirà per me. Il cloud dignifica sposare un modello di elaborazione dove le risorse ed il software diventano un servizio ingegnerizzato per la scalabilità, la sicurezza, la resilienza. Questo significa sposare un modello di prodotto che permetta alle aziende di avere sempre la versione più aggiornata del software, la raggiungibilità da dovunque nel mondo, abilitando quindi il lavoro da remoto, e la gestione centralizzata della sicurezza con standard molto più alti che una singola azienda possa assicurare. Ma ancora di più lo spostamento del cervello dell’azienda nel cloud permette molto più facilmente la connessione con altri cloud di clienti e fornitori per esempio abilitando la collaborazione ed ancora più importante la automazione dei processi attraverso le api che non richiedono la presenza umana.

Dopo il Cop26 si è capito che la sostenibilità, sia ambientale sia sociale, oramai riguarda non solo tutti i Paesi ma anche tutte le aziende. Qual è la vostra strategia riguardo questi temi?

Noi abbiamo cominciato già quest’anno a considerare la sostenibilità come uno degli elementi base da considerare nella definizione del nostro piano di crescita. In questo in realtà riflettiamo il fatto che in altri paesi europei a partire dal Regno Unito questo tema è ormai acquisito tanto che i governi stanno già implementando la regolamentazione per definire il ruolo delle aziende, a partire proprio dai servizi finanziari.
Sulla base di queste esperienza stiamo implementando due percorsi paralleli: uno è relativo a Soldo stessa e alla definizione del nostro impegno a raggiungere la carbon neutrality e del piano di come raggiungere questo obiettivo che sarà definito ufficialmente nel 2022.
Un secondo percorso è quello relativo agli strumenti che possiamo fornire ai nostri clienti, integrandoli con la nostra piattaforma di gestione della spesa aziendale, per misurare il carbon footprint derivante dalle loro attività e ai servizi che possiamo offrire per compensarlo finanziando attività di carbon removal e carbon offset.
NOTA: Mi scuso se in questa risposta ho usato alcuni termini legati alla sostenibilità in inglese ma non so quali siano gli equivalenti in italiano.

L’idea ICT del 2022

Se doveste proporre un unico investimento (prodotto, soluzione, metodologia) a un’azienda italiana, una scelta capace di produrre da subito un beneficio a livello di efficienza e competitività, su cosa verterebbe il vostro consiglio?

Per aumentare la competitività delle aziende è sicuramente necessario aumentare l’efficienza sia che questo significhi fare più cose nello stesso lasso di tempo e quindi essere più veloci e aumentare la crescita comprimendo il tempo di implementazione sia che significhi fare più cose con le stesse risorse e quindi creare ottimizzazione e aumentare la marginalità. Idealmente ambedue.
Ovviamente in ambito ICT la digital transformation è la strada maestra ma in realtà perché questa possa essere effettivamente implementata è necessario che l’azienda abbia creato un modello di funzionamento, lo abbia propriamente documentato, abbia definito l’organizzazione ed i processi necessari ad operarlo. Credo quindi che un investimento sui concetti alla base del Business Operation Design sia l’investimento più importante per crescere la cultura delle aziende e rendere possibile la loro evoluzione. Idealmente andrebbe fatto con una combinazione di apporto esterno (consulenza) ed interno (iniezione di competenze attraverso il recruitment e formazione).

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