Smau, Passera promette 800 milioni per colmare il digital divide

Intervenendo telefonicamente all’apertura della 49ma edizione dell’evento milanese, il Ministro dello Sviluppo ha sottolineato il valore del ruolo delle delle start-up e l’importanza dell’hi-tech come “abilitatore industriale per fare ripartire il Paese”

Non ha potuto essere presente di
persona, ma lo stesso il Ministro dello
Sviluppo, Corrado Passera, non ha voluto mancare all’inaugurazione della 49ma
edizione di Smau. Intervenendo telefonicamente alla cerimonia di apertura, il
Ministro ha sottolineato l’importanza dell’hi-tech come “abilitatore industriale per fare ripartire il Paese”. L’innovazione
digitale in tutte le sue forme è “la leva trasversale di sviluppo
più importante, necessaria per reinventare la nostra manifattura così come i
servizi. A cominciare dalle start-up innovative, che spesso sono proprio legate
al digitale
”.

Per
lo sviluppo digitale servono, però, le infrastrutture. “E il Governo ha messo a disposizione
800 milioni di euro per colmare definitivamente il digital
divide. Quello delle start-up è un pezzo del
decreto-crescita molto concreto: abbiamo creato l’habitat normativo più adatto
per lo sviluppo delle start-up. Abbiamo messo a punto una normativa che
permetta all’Italia di essere amica di chi fa nascere nuove attività
”.

Passera ha poi
dichiarato che la nuova impostazione che il Governo ha cercato di dare “farà la differenza anche e soprattutto nel
settore della pubblica amministrazione in quanto
con Digitalia si sono create le condizioni
per una vera modernizzazione dei vecchi apparati statali
”.

Il ministro ha
promesso a breve anche la nomina del direttore dell’Agenzia Digitale, che avrà
il ruolo di cabina di regia per tutte le attività legate all’innovazione.

Ad aprire i lavori era stato Pierantonio Macola, amministratore delegato di Smau, che ha
ribadito il valore delle Pmi per la ripresa in Italia e quanto il ruolo
dell’Ict sia fondamentale in questo processo.

Dal canto
suo, Andrea Rangone, Full
Professor degli Osservatori School of Management Politecnico di Milano, è
tornato invece sull’argomento Agenda digitale, sottolineando come la sua
introduzione comporterà nei prossimi tre
anni circa 20 miliardi di euro
di riduzione di costi e 5 miliardi di
maggiori entrate per la Pubblica Amministrazione in caso di digitalizzazione
dei processi
”. E pur soffrendo il nostro Paese ancora di un rilevante digital
divide culturale e infrastrutturale, vede un vasto uso di tablet e,
soprattutto, smartphone, che ci pone al di sopra della media europea e che può
favorire l’accesso ai nuovi media e al “new Internet”.

Si sono
succeduti poi gli interventi degli amministratori delegati di alcune dei più
importanti nomi del mondo Ict: Luisa
Arienti
di Sap Italia, David
Bevilacqua
di Cisco Italia, Dario
Bucci
di Intel Italia, Nicola
Ciniero
di Ibm Italia, Federico
Francini
di Fujitsu Technolgy Solutions, Patrizia Grieco di Olivetti, Stefano
venturi
di Hp Italia e Pietro
Labriola
, Responsabile Direzione Business di
Telecom Italia. I fattori comuni dei loro interventi sono stati di nuovo Agenda
digitale e digital divide, a cui si è unita la voce spending review, che come
ha sottolineato Luisa Arienti, “non deve assolutamente essere un bruto taglio
trasversale dei costi, ma deve includere progetti di razionalizzazione,
ottimizzazione e risparmio
”. “E
l’innovazione gioca un ruolo abilitante nel concretizzare i cambiamenti di cui
abbiamo bisogno, attraverso processi di razionalizzazione e di semplificazione
della spesa pubblica – eliminazioni di sprechi, inefficienze e abusi – e di
recupero delle risorse da dirottare altrove
”, ha puntualizzato Nicola Ciniero.

Non sono
mancati accenni ai temi che attualmente più stanno a cuore agli It manager,
come la consumerizzazione dell’Information technology aziendale (“oggi il manager, l’impiegato, l’imprenditore
sono prima di tutto utenti di new technologies
” ha
detto Dario Bucci) e le opportunità offerte dal cloud.
Molte delle applicazioni di tutti i giorni sono
nella Nuvola
– ha sostenuto Pietro Labriola -. Ora è il
momento di trasferire quanto appreso a uso personale alla vita professionale,
investendo sulle tecnologie al servizio dell’impresa nell’ottica di una
semplificazione davvero reale e tangibile
”.

Federico Francini ha evidenziato le difficoltà del momento
attuale osservando che “l’Italia in molti
casi necessita ancora di infrastrutture di base che rappresentano i
prerequisiti, in mancanza dei quali la vera innovazione non può nemmeno essere
pensata
”. “L’obiettivo è colmare il
gap finora accumulato rispetto alle altre nazioni
– è stata l’opinione di Patrizia Grieco -, tanto sul versante del capitale fisico (infrastrutture broadband e
digitalizzazione del Paese) quanto su quello del capitale umano (formazione e
merito). La strada per ridurre questo cultural divide è stata tracciata in
questo ultimo periodo grazie all’impostazione dell’Agenda Digitale
”.

Nell’attuale scenario economico, la competitività è una meta
improrogabile per Stefano Venturi,
il quale ha sostenuto: “Perseguire e
riappropriarci della nostra spinta competitiva è fondamentale, così come
considerare la tecnologia quale abilitatore di un’innovazione strategica, e
quindi elemento centrale per accelerare la ripresa delle imprese e del paese”.
E
secondo David Bevilacquafinalmente si può guardare con ottimismo al
futuro, almeno sul fronte dell’ICT: i paesi che da tempo hanno dimostrato di
credere all’innovazione tecnologica stanno oggi attraversando migliori acque
dal punto di vista della crescita e dell’impiego, soprattutto giovanile. Ma è
fondamentale lavorare nell’ordine della contaminazione tecnologica, della
diffusione virale di nuovi media a tutta la popolazione con un approccio
sistemico e concreto
”.

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