Sirmi: A 1.000 big spender il 57% della spesa It italiana

Secondo la società di ricerca, i big spender italiani spendono in media lo 0,7 per cento del loro fatturato in It, la metà della media europea.

Concentrarsi sui grandi clienti?
Per un operatore del mercato Ict italiano è sicuramente sensato.
Lo sostiene Maurizio Cuzari, analizzando i dati relativi alla spesa It sul nostro mercato nazionale.
Mille aziende –  spiega – oggi rappresentano il 57 per cento della spesa nel nostro Paese. Mille aziende, per altro, sostanzialmente stabili di anno in anno nei nomi, se non per variazioni che intervengono a seguito di fusioni, incorporazioni e spesso nel segmento più basso della classifica”.

L’obiettivo dell’indagine è capire come si comportano i big spender italiani.
In generale, è il primo dato che emerge, il decremento della spesa It è di fatto in linea con l’andamento dei mercato.
Tuttavia – ed è questo il dato che più allarma Cuzari – le aziende italiane spendo circa la metà delle loro omologhe europee: lo 0,7 per cento del fatturato”.
Uno 0,7 per cento generato dal 4% del fatturato generato nel settore It, dal 3,44 per cento delle Tlc, dal 2,41% dell’editoria, dal 2,22 per cento dei traporti o dall’1% del settore automobilistico, ma anche dai fanalini di coda del comparto metalmeccanico (0.24 per cento), della vendita al dettaglio (0,4%) o del tessile (0,5 per cento).

Se poi si guarda alla spesa It per dipendente, fermo restando il calo generale, si va dai 28.600 euro del comparto assicurativo, seguito da Tlc (18.000), It e Banche, ai fanalini di coda delle Università e della Sanità, che si aggirano nell’orbita dei 600 euro per dipendente.
La media di 3.747 euro a dipendente – va detto – finisce per essere non dissimile da quella del pollo.
Similmente, i top spender italiani spendono in totale 2,436 miliardi di euro in hardware (-10,4% anno su anno), con oscillazioni che vanno dai 500 milioni delle banche e dai 482 della PA, agli 86 milioni del comparto meccanico e a scendere fino ai 5 milioni dei comparti più piccoli.
Lo stesso si dica del software, 2,4 miliardi di spesa complessiva, in calo del 3,2 per cento e anche in questo caso con banche e PA tra i top spender, e dei servizi (2,8 miliardi quelli di sviluppo, 4,5 quelli di gestione).

”Pensiamo al settore pubblico spiega Cuzari – . Rappresenta il 51 per cento del Pil e si aggiudica meno del 20 per cento della spesa It italiana. È chiaro che il gap con le altre economie non si chiuda”.
Se poi si pensa a quanta It le filiali delle multinazionali centralizzino fuori Italia, è ancora più evidente la sofferenza del comparto”.

E se questa è situazione dei big spender, è , secondo Cuzari, a maggior ragione anco più palese l’impasse in cui versano tutto il resto del comparto produttivo del Paese, con carenze e ritardi ormai cronici nelle piccole e medie imprese.

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