Sicurezza: l’Europa deve ancora crescere

Un’indagine Datamonitor su 200 grandi aziende europee

11 aprile 2003 Una recente indagine condotta da
Datamonitor su 200 grandi aziende europee,
presenti in sette Paesi e attive in sette settori
verticali

,
evidenzia come il 100% delle interpellate dichiari di aver già effettuato
investimenti in soluzioni antivirus.
Questa prima risposta è però tutt’altro che rassicurante,
poichè dal rapporto si evince come la maggior parte degli investimenti finora
effettuati siano di fatto concentrata su misure base di
sicurezza
, tanto che solo il 23% delle aziende
interpellate
ha dichiarato di aver effettutato investimenti su
Pki (public key infrastructure).

  
Per di più, laddove un 40% di aziende dichiara la
propria intenzione di investire sui web service
, rendendo di fatto i
propri sistemi più vulnerabili, solo il 38% si dichiara intenzionato ad
incrementare nel corso del 2003 i propri investimenti in sicurezza

. Di queste,
la maggior parte si trova nel Benelux, in germania e in Italia. Quanto ai
settori di attività, più propense agli investimenti sono le utility, le telco,
il retail e i servizi finanziari.
Dal report di
Datamonitor emerge anche che il 50% delle aziende europee è
propensa ad affidare in outsourcing
le proprie
attività legate alla sicurezza, mentre sono poche che trovano imprudente
affidare a terzi tematiche così delicate.
Ancor più preoccupante, poi, è
la scarsa considerazione nella quale vengono tenuti i rischi connessi al tema.
Solo il 9% delle aziende interpellate dichiara di aggiornare mensilmente
le proprie policy

, mentre per il 23% degli interpellati questo può avvenire anche con
cadenza semestrale, o comunque in concomitanza di un attacco.


Tornando ai dati rilevanti del rapporto, si torna ai
grandi numeri quando si parla di firewall. Se la totalità delle aziende dispone
di un antivirus, il 97% si è dotata di firewall

, prevalentemente grazie al costo ridotto e alla relativa
facilità di imppementazione. Ma queste, come abbiamo già avuto modo di
sottolineare, sono solo delle misure di base, alle quali si affiancano i sistemi
di controllo degli accessi, presenti nell’80% delle aziende interpellate, i
sistemi di autenticazione (74%), di content filtering (58%) e di intrusion
detection (47%).
Il costo e la complessità sono elementi che giocano a
sfavore di soluzioni più onnicomprensive, come Pki.
In effetti, il metodo più comunemente utilizzato
per l’autenticazione sono le password (72%),

con bassi
costi di implementazione ma costi di gestione e amministrazione assai più
consistenti.
Appare dunque evidente che le aziende hanno ancora bisogno di
essere educate sull’effettiva convenienza, in termini di costi associati, dei
sistemi di sicurezza più basilari.

 

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