Separazione di fatto tra OpenOffice e Oracle

Da OpenOffice a LibreOffice: nasce “The Document Foundation”, organizzazione che mira a separare lo sviluppo del codice dagli interessi commerciali di una sola azienda.

Quella in corso tra OpenOffice.org ed Oracle ha tutti i crismi di una vera separazione. Alcuni tra i più importanti membri della comunità che segue direttamente lo sviluppo del progetto OpenOffice.org hanno infatti proclamato la loro “indipendenza” svelando pubblicamente i piani futuri. L’intento è quello di svincolare OpenOffice.org da qualunque società, soprattutto per ciò che concerne le attività di gestione, sviluppo e promozione del progetto. Nasce così “The Document Foundation“, organizzazione che raccoglie le principali “menti” di OpenOffice.org e che mira, innanzi tutto, a separare lo sviluppo del codice alla base del funzionamento della suite per l’ufficio dagli interessi commerciali di una sola azienda.

La fondazione ha chiesto ad Oracle di poter acquisire, a titolo gratuito e definitivo, il conosciuto marchio OpenOffice.org. Nel caso in cui la società guidata da Larry Ellison non dovesse accettare, la “Document Foundation” ha già pronto il “piano B“: dal sito della neonata realtà è infatti già possibile scaricare “LibreOffice 3.3” in versione beta (ved. queste pagine). LibreOffice è allineato, come numero di versione, a quello di OpenOffice.org pur non essendo considerabile come una semplice ricompilazione del suo codice: d’ora in poi lo scenario potrebbe mutare e LibreOffice iniziare a distaccarsi da OpenOffice.org in termini di funzionalità.

Anche PLIO, Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org, l’associazione che raggruppa la comunità italiana dei volontari che hanno sino ad oggi contribuito allo sviluppo, al supporto ed alla promozione di OpenOffice.org, è subito confluita nella nuova fondazione. Anzi, proprio la realtà italiana, capitanata da Italo Vignoli, è uno dei membri che hanno promosso il varo di “The Document Foundation” e del progetto “LibreOffice“.

Vignoli, contattato dalla nostra redazione, ha aggiunto che già nel corso dell’ultima conferenza dedicata ad OpenOffice.org, tenutasi a Budapest dal 31 agosto al 3 settembre, era emerso un certo disinteresse da parte di Oracle nei confronti del progetto. “Il management di Oracle presente a Budapest lasciava intendere – per il livello di responsabilità – che OpenOffice.org e la comunità non erano considerati una priorità“, ha osservato il presidente del PLIO che ha sottolineato come la “Document Foundation” abbia fatto già registrare una massiccia adesione da parte di tutte le principali comunità di sviluppo: “i quattro progetti più importanti, a livello internazionale, sono tra i founding members e, nel giro di 24 ore si sono aggiunti più del 50% degli altri progetti linguistici“, ci ha spiegato Vignoli. “The Document Foundation può già contare su Europa ed Asia con Germania, Francia, Italia e Brasile che da sole rappresentano il 40% dei download della suite“.
Diversa la situazione negli Stati Uniti dove le quote di mercato di OpenOffice.org sono molto ridotte, in forza della politica perseguita da Sun Microsystems (acquisita da Oracle ad aprile 2009) società che, secondo Vignoli, “non ha voluto creare un ecosistema intorno ad OpenOffice.org. In un mercato come quello USA è indispensabile generare valore intorno ad un software opensource: gli esempi di Red Hat e MySQL lo dimostrano. Si tratta di due aziende che hanno un programma di certificazione delle terze parti (che installano e supportano i prodotti) e di formazione. Per quanto riguarda OpenOffice.org, negli States, Sun ha quindi commesso gravi errori di marketing“.

Al momento Oracle non si è ancora espressa sulla vicenda ed è altamente probabile che la stessa chiarisca la sua posizione nelle prossime ore.

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