Lo sostiene Philips Rosedale, fondatore di Linden Lab. Sono le piccole realtà imprenditoriali quelle destinate a fare business su Second Life. Come accadde con eBay.
Second Life? Cosa da piccole imprese. Ne è covinto Philip Rosedale,
fondatore e Ceo di Linden Lab. Analizzando i dati più recenti relativi al mondo
virtuale di Second Life, il manager sostiene che mentre per le aziende di grandi
dimensioni è difficile trovare la giustificazione economica per restare in
Second Life, le esperienze delle aziende di più piccolo dimensioni sono
decisamente più positive, se pure ancora in uno stadio iniziale.
Secondo quanto riporta la stampa statunitense, Rosedale
sostiene che al momento ci sono 830 residenti che fatturano su Second Life oltre
1.000 dollari al mese, un numero raddoppiato negli ultimi 6 mesi. Giornalmente,
poi, le transazioni interpersonali hanno un valore complessivo superiore a 1,3
milioni di dollari.
Per Rosedale, per capire la
portata del fenomeno, basta fare un confronto su ciò che era eBay agli esordi.
Allora, la sfida era guadagnare vendendo prodotti stando a casa propria. Era il
1996. Con Second Life, sostiene il manager, il principio è esattamente lo
stesso, solo mutuato in un ambiente tridimensionale.
Allo stato attuale, circa 200.000 persone si collegano ogni
giorno su Second Life e di queste solo il 30% sono negli Stati Uniti.
Particolarmente attivi sono gli utenti europei e nipponici e Rosedale è convinto
che proprio da queste comunità verranno le esperienze più interessanti. Cosa da
imprenditori, è la sua conclusione.





