Second Life vista da Ibm. Fare i soldi è un caso

Cristina Farioli, direttore marketing della filiale italiana, spiega i plus del mondo virtuale

È realista Cristina Farioli, direttore marketing di Ibm Italia, parlando di Second Life.

“Per dare una valutazione dell’impatto di Second Life sul business, bisogna aver ben chiaro di quale aspetto del business si parla”. Così, intervenendo nel corso del convegno Virtual World 2007, Il Marketing scopre Second Life, il real business di Internet, organizzato a Milano da Business International, Cristina Farioli ha operato subito una distinzione netta.
“ In attività quali ad esempio l’education, Second Life già sta dando ottimi risultati, superando persino alcuni limiti dell’e-learning così come finora è stato concepito. L’interazione, la flessibilità, la dinamicità, il learning by doing, sono tutti aspetti che rappresentano un indubbio vantaggio e che, per altro, consentono alle aziende notevoli risparmi nel momento in cui non devono sostenere gli oneri logistici legati alla disponibilità di aule corsi tradizionali”.
Se invece si parla di “revenue generation”, vale a dire di generazione di fatturato, Farioli è decisamente molto più cauta.
“Nulla vieta che su Second Life si possa fare del business reale. Ma finora si parla di esperienze quasi uniche. L’e-commerce su Second Life è ancora a uno stadio primitivo e manca decisamente di una serie di funzionalità alle quali sia i venditori sia gli acquirenti sono abituati. Per poterlo sperimentare seriamente, bisogna lavorare su una integrazione tra gli strumenti Internet tradizionali e quelli tipici del Web 2.0. Allora, forse, sarà possibile iniziare a fare del business reale in un mondo virtuale”.
Ma la cosa più importante per la manager Ibm è dare una dimensione corretta al tema: “Second Life non è la soluzione. È una delle possibilità. Il vero focus, tecnologicamente parlando, è l’Internet 3D, sul quale si stanno sviluppando molteplici esperienze, in un’ottica di raccolta e condivisione delle conoscenze”.
Ma esistono, e-learning a parte, altre esperienze di business nelle quali Second Life merita la piena promozione?
“E’ un contesto perfetto per le cosiddette attività di brand equity, vale a dire per posizionare il proprio marchio, dandogli espressione e valore. È un banco di prova per capire le reazioni degli interlocutori di fronte a determinate scelte o strategie. Funziona come laboratorio per migliorare l’efficienza operativa dei gruppi di lavoro. E tutto questo non può che tradursi in concreti risparmi di costi per le aziende”.

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