Se l’albergo non è in rete l’albergo non esiste

Opinioni a confronto sul turismo che va male e necessita anche di tecnologia. Dando anche un’occhiata alle nuove tipologie di hotel

Il contributo dell’innovazione tecnologica per l’hospitality” è stato il titolo di uno degli incontri organizzati a Smau da Confcommercio che ha visto il ritorno sulla scena di Lucio Stanca. L’ex ministro dell’Innovazione (fra i responsabili del fallimento di Italia.it) ha criticato il governo, ignorato il sottosegretario al Turismo Michela Vittoria Brambilla e spiegato l’importanza del web in un settore come quello turistico.


“Per ovviare ai risvolti negativi della presenza di molte piccole imprese del settore prive di un marchio talmente forte da attirare l’attenzione all’interno di un’offerta sempre più vasta e globalizzata e relegate alle ultime pagine dei motori di ricerca, possiamo solo fare riferimento alla nostra migliore risorsa, il brand Italia – ha affermato Stanca, oggi deputato –. La percentuale di operatori italiani presenti sui più importanti portali per la ricerca e la prenotazione di viaggi, però, è troppo bassa: solo il 3% su Amadeus, il 9% su Galileo. Eppure in Italia il turismo rappresenta la prima fonte di transazioni nel commercio online, oltre il 49% del totale, una cifra corrispondente circa a 60 miliardi di euro, con una crescita annua del 20%. La tendenza della domanda ad utilizzare Internet per trovare informazioni e prenotare viaggi è in continua ascesa anche da noi e nel 2008 ha registrato un aumento del 25% rispetto all’anno precedente. Il futuro – ha spiegato Stanca – vedrà l’interattività protagonista, con milioni di naviganti -viaggiatori che non solo cercheranno indicazioni e notizie sul web, ma che ne creeranno i contenuti, rendendolo una fonte d’informazioni più indipendente, credibile e trasparente. Avere un’attività turistica e non essere online oggi equivale a non avercela”.


Messaggio molto chiaro che fa il paio con l’opinione di Rodolfo Baggio, docente del master in Economia del turismo alla Bocconi di Milano ch, intervistato durante il World computer congress, ha rivalutato il lavoro del pubblico che, Italia.it a parte lavora spesso meglio del privato in campo informativo, ma ha sottolineato che gli alberghi che si muovono meglio sono proprio quelli che si inseriscono nei canali di distribuzione tipo Amadeus.


Si tratta di soluzioni, ha proseguito il docente, magari non sempre alla portata di tutti ma che possono diventarlo quando gli alberghi uniscono le forze. E proprio “fare sistema” (una specie di mantra ripetuto in tutti i convegni) è uno dei mali del turismo italico alle prese con costi alti e servizi spesso non adeguati con troppe differenze tra le regioni e troppe ramificazioni a livello locale.


D’altronde, ha ricordato Marco Marco Marlia di Nextre il mercato sta cambiando. Fra chi prenota online e chi lo fa offline, dopo essersi informato in rete, ormai Internet è fondamentale e il Web 2.0 non ha fatto altro che fare crescere questa situazione con i pareri degli utenti su alberghi e ristoranti.


In rete è fondamentale essere presenti anche con buoni contenuti, descrizione dell’accomodation, foto e informazioni sulla destinazione. E poi c’è la presenza su Google che in molti utilizzano in maniera tattica. Ho le stanze libere per quel periodo e mi voglio concentrare solo sugli utenti che arrivano da quella zona.


C’è bisogno di Ict, ma non solo, dando magari un’occhiata anche a quanto succede all’estero dove si stanno affermando anche nuove tipologie di hotel.


Si tratta di hotel dedicati principalmente a una clientela d’affari, ma che possono riscuotere interesse anche fra chi viaggia per piacere. Il primo è Yotel, indirizzato a una clientela business, che ha aperto due strutture presso gli aeroporti londinesi di Gatwick e Heathhow e sta aprendo all’aeroporto di Amsterdam. Yotel propone stanze piccole (10-14 mq) ma superaccessoriate con Wi-fi, doccia a pioggia, televisore Lcd, letto king size e nessun costo aggiuntivo visto che anche i cento film on demand sono compresi nel prezzo.


Al prezzo di 59 sterline per 16 ore (le stanze sono prenotabili anche per sole quattro ore) l’albergo può ovviamente essere prenotato online scegliendo però anche le luci, temperatura e musica. Una volta salvate le preferenze potranno essere utilizzate anche negli altri hotel della catena.


Tecnologia a tutto spiano anche per Hoxton hotel che propone stanze a 50 euro a notte a Londra, ma ogni tanto si lancia anche in offerte da due euro a notte e raccoglie commenti molto positivi su TripAdvisor.


Se poi dagli hotel si vuole passare al ristorante a Norimberga in Germania c’è sBaggers, ristorante automatizzato con menu touchscreen e servizio al tavolo tramite un sistema a rotaie.


Soluzioni tecnologiche che non devono però fare perdere di vista che al ristorante bisogna mangiare bene e che la tecnologia più importante di un albergo, come ha ricordato Rodolfo Baggio, rimane il letto.

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