Scaleup, la carica delle 108 vincenti in Ict

Sep Monitor mappa e analizza le ex startup italiane che sono passate di grado e possono scalare verso l’alto. I numeri sono piccoli ma promettenti.

L’ecosistema italiano si muove verso l’alto e nel tempo produce aziende medie ed appetibili per investitori europei ed extraeuropei.
Il numero delle startup italiane in Ict dipende dal metodo di classificazione: quale che sia il numero totale, quelle che dal 2011 ad oggi hanno passato la prima fase, che potremmo definire la raccolta degli spiccioli, sono 108. Questi sono i risultati a cui è pervenuta Sep, la Startup Europe Partnership voluta dalla Commissione europea e guidata dall’italo-statunitense Mind the Bridge.
Centootto non è certo un gran numero. Se poi si pensa che quelle che hanno raccolto oltre 5 M$ sono appena 17, si comprende bene quale sia la situazione complessiva. Ma ci sono passi in avanti che mostrano competitività e strutturazione del sistema complessivo.
Assommando i finanziamenti o il fatturato degli ultimi tre anni, Sep identifica tre diverse fasce.
Si parla di startup con un raccolto tra 0,5 e 1 M$; subito sopra ci sono le scaleup, da 1 a 100 milioni, mentre oltre quel tetto si parla di scaler.
Le categorie di principale diffusione delle scaleup sono e-commerce, servizi all’impresa, soluzioni software e mobile, ma all’interno d’una situazione complessiva piuttosto diversificata.

Le scaleup a più veloce crescita di capitale raccolto sono Decisyon, iMedia, Funambol e Gild. Pensando all’anno di fondazione di queste aziende emerge un’altra caratteristica fondamentale: si parla di vere e proprie aziende, non di startup partite da poco e con pochi fondi.
Decisyon nasce a Latina nel 2005 per sviluppare business intelligence e performance management, e da allora ha raccolto 44,1 M$. Funambol nasce a Pavia nel 2003 e sviluppa white label per il mobile personal cloud, ed ha superato i 25 M$.
Il dual-model di aziende nate in Italia e poi ampliatesi negli States sta vivendo anni buoni, anche grazie alle buone prestazioni di Beintoo, Hyperfair e Timbuktu.


Exit e Ipo, qualche luce

Delle 32 aziende oggetto di acquisizione o Ipo il 41% sono rimaste nella sede di partenza, mentre il 33% viene acquisito da aziende statunitensi.
Guardiamo un attimo indietro per vedere i buoni esempi, sempre ricordando che si parla solo di Ict. Le Ipo più alte sono state Yoox (217 M€ nel 2009) e Mutuionline (200 M€ nel 2007). L’acquisizione più ricca è stata nel 2014 ed è Octo Telematics (fondata nel 2002 a Roma), passata a Renova per 555 M€.
Un aspetto molto interessante riguarda le exit, il cui numero è in crescita. Se nel triennio 2007/2010 in Italia se ne solo viste solo 6 -ovviamente all’interno delle startup che rientrano nel monitoring-, nel triennio successivo 2011-2014 sono state 26, delle quali ben 12 negli ultimi 9 mesi.

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