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Sap è il primo pathfinder del Cluster Fabbrica Intelligente

Sap Italia ha annunciato, nel contesto dell’evento annuale Sap Now, di avere avviato una partnership con il ruolo di pathfinder con il Cluster Tecnologico Nazionale “Fabbrica Intelligente”.

Non è certo questo l’unico argomento toccato da Luisa Arienti, Ad di Sap Italia. Anticipando le prevedibili domande della stampa, Arienti ha parlato della successione avvenuta nel ruolo di CEO a Bill McDermott, dopo il sorprendente annuncio delle dimissioni con un anno di anticipo rispetto alla naturale scadenza del contratto.

La società non si è fatta trovare impreparata a questo evento.
Sono due i Ceo che sostituiscono McDermott: un ritorno al passato per Sap (che aveva già adottato questa formula) e quindi una scelta di continuità in un certo senso.

Apprezzabile anche che uno dei due Ceo sia una donna, Jennifer Morgan: un segno di discontinuità verso un settore nel quale sono davvero poche le presenze femminili in ruoli apicali.

È Christian Klein il secondo Ceo, ed era già membro del board di Sap.

I due co-Ceo si completano a vicenda: Morgan vanta una lunga esperienza nel settore cloud, mentre Kleine si è focalizzato nella gestione interna e in Sap/4Hana.

La strategia di nomina risulta quindi tanto saggia quanto preparata da tempo: non è una frase di circostanza, quella pronunciata da Arienti.

Parlando di risultati, il cloud è cresciuto del 37%, mentre le licenze on premise hanno tenuto molto oltre le aspettative, decrescendo solo dell’1%.

Il totale delle revenue di cloud e software è cresciuto del 12% nel terzo quarto, a riprova della florida situazione in cui si trova Sap. Il bilancio si prospetta quindi certamente con numeri apprezzabili.

La manager italiana ha ricordato che le complessità gestionali e comunicative di una piccola azienda non sono dissimili rispetto a quelle di una enterprise. Anzi, avendo un budget ridotto realtà di piccole dimensioni affrontano sfide più ardue, e Sap è orgogliosa di essere al loro fianco, per massimizzare l’efficienza del made in Italy.

Sap vuole giocare un ruolo da protagonista nel diffondere la conoscenza di come le tecnologie possano aiutare le imprese, e in ultima istanza il sistema Paese, a cui secondo la AD di Sap Italia  talvolta manca il coraggio, lasciando gli imprenditori soli a combattere battaglie ardue.

pathfinder

Per questo Sap annuncia con orgoglio di essere il primo Pathfinder del Cluster Tecnologico Nazionale Fabbrica Intelligente, di cui ha parlato Luca Manuelli, Presidente del Cluster.

Il Cluster Fabbrica Intelligente opera, in stretta collaborazione con il mondo della ricerca e della formazione, per supportare le grandi aziende e Pmi manifatturiere italiane nella individuazione e implementazione delle tecnologie innovative e delle relative competenze in grado di sostenere lo sviluppo della loro competitività.

A sostegno di questi obiettivi, CFI ha ideato l’iniziativa denominata “Programma Pathfinder” per coinvolgere interessati a condividere il proprio know-how in termini di innovazione tecnologica a sostegno dei principali progetti coordinati dal CFI.

È in questo contesto che rientra l’accordo di collaborazione triennale alla base della partnership con Sap, che partecipa al programma come primo Pathfinder in Italia mettendo a disposizione conoscenze e competenze per aiutare lo sviluppo dell’innovazione tecnologica nel settore manifatturiero orientato all’obiettivo della fabbrica intelligente.

arienti e losi
Matteo Losi e Luisa Arienti

Matteo Losi – Innovation Director, SAP Italia, ha ricordato l’importanza per le aziende di dotarsi di strumenti in grado di capire al meglio la customer experience, oggi quasi più importante che non il servizio offerto da un business.

Per questo la gestione dei dati è oggi essenziale: non sono solo i processi fisici a determinare il successo o il fallimento di una organizzazione. Comprendere appieno le motivazioni che spingono i propri clienti garantisce un sicuro vantaggio competitivo.

Per questo, continua Losi, poter contare su professionalità apparentemente estranee alla attività aziendale costituirebbe un valore aggiunto.

Risorse con un background umanistico sono certamente più adatte ad interpretare non i freddi dati (per i quali un data scientist è la figura di riferimento), ma le ragioni più “umane” dei comportamenti dei consumatori.

Serve, inutile negarlo, un profondo scatto culturale da parte delle aziende italiane. Abbracciare le innovazioni è notoriamente un compito ostico per questo paese. Tuttavia, conclude Losi, i clienti Sap sono ampiamente soddisfatti e certamente saranno di esempio anche per colleghi e competitor.

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