Ridurre ‘paga’, parola di Philips

Il vendor olandese ha registrato un Q3 con perdite nette inferiori al previsto, specie grazie alla politica di riduzione dei costi che, in due anni, ha portato da 219mila a 183.447 il numero totale dei dipendenti

15 ottobre 2002 La
ristrutturazione in atto in casa Royal Philips Electronics starebbe portando i
primi frutti. Riferendosi al terzo trimestre dell’esercizio
fiscale in corso, il vendor olandese avrebbe, infatti, annunciato perdite nette
inferiori al previsto. Nella trimestrale considerata, quest’ultime avrebbero
raggiunto quota 330 milioni di euro, o 25 centesimi per azione, rispetto ai 736
milioni, o 57 centesimi per azione, riportati nel medesimo periodo
dell’esercizio precedente.

Sembra, dunque, pagare la politica di
riduzione dei costi intrapresa più di due anni fa e costata il posto a
oltre il 15% dell’intera forza lavoro del produttore che, per tornare in nero,
ha scelto di dismettere anche alcune business unit non più profittevoli.
L’ultima della serie, quella inerente la produzione di display e altoparlanti
per telefoni cellulari. Per non parlare del numero dei dipendenti, passato dai
219mila di fine 2000, ai 188.643 di fine 2001, agli attuali 183.447. Una
politica di controllo dei costi apprezzata anche dai mercati finanziari,
presso i quali il valore delle azioni Philips ha registrato un
incremento del 5,5%, fino a raggiungere quota 15,82 euro.

Ma non è
finita. Rispetto a un anno fa, le vendite riferite al terzo trimestre sono
cresciute del 2%, fino a raggiungere quota 7,31 miliardi di euro, ma ancora una
volta, a fare acqua, sono state le divisioni dedicate a semiconduttori e
componenti. Positivi i numeri legati al business dei chip che, nella trimestrale
di riferimento, hanno visto ridursi le perdite operative a 58 milioni, dai 291
che erano, mentre le vendite, rispetto al 2001, sono cresciute del 7,5%.
Intanto, al termine del secondo trimestre, la divisione dedicata all’elettronica
di consumo ha registrato profitti operativi per 24 milioni di euro, contro i 45
milioni di perdite riportate nel medesimo periodo dell’esercizio precedente, a
fronte di un calo delle venite del 16%.

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