Ora serve fare leva sulle differenze intrinseche fra macchine fisiche e virtuali. Emerge dal Virtualization Data Protection Report 2011.
Veeam Software ha reso noti i risultati del Virtualization Data Protection Report 2011, secondo report annuale sull’impatto della virtualizzazione nelle strategie relative a protezione, backup e ripristino dei dati.
La ricerca, svolta da Vanson Bourne coinvolgendo 500 Cio (di aziende americane, inglesi, tedesche e francesi, tutte con oltre mille dipendenti), sottolinea come la virtualizzazione possa trasformare la protezione dei dati: proprio per questo è necessario compiere passi in avanti in ambito della replica del server e in particolare in supporto al disaster recovery.
Il 94% degli intervistati afferma che la virtualizzazione può trasformare le strategie di protezione dei dati; i principali ostacoli all’incremento della replica del server sono identificati con i costi dell’hardware (60%), costi del software di replica (52%) e complessità (42%); l’87% sostiene che i tempi di ripristino in caso di incidenti significativi sono direttamente proporzionali al numero di server critici presenti nelle aziende.
In particolare, fa notare Veeam, l’80% dei Cio intervistati dichiara che a causa dell’approccio agent-based delle tradizionali soluzioni di replica, la differenza tra macchine fisiche e virtuali, quando si raggiunge l’apice del volume di dati che possono essere replicati, è minima.
Vista in altri termini, la mentalità di gestione del mondo fisico viene applicata anche a quello virtuale.
La replica del server è un processo di copiatura dei dati su hardware standard, che possono essere portati online velocemente in caso di interruzione.
Le principali ragioni che spingono a scegliere di utilizzare la replica dei server includono la protezione dalla perdita dei dati (per 85% degli intervistati), la protezione da guasti hardware (70%), la protezione da un normale errore umano (49%) e la protezione da guasti e malfunzionamenti del datacenter (49%).
Attualmente il 22% delle aziende non utilizza ancora la replica del server; tuttavia anche in quelle che ne fanno uso viene protetto in media solo il 26% dei server critici.
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