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Quando la foto diventa social

Un’App fotografica un po’ evoluta, un servizio limitato di condivisione delle proprie fotografie, un abbozzo di social network: alla sua nascita Instagram è stato identificato di volta in volta mettendo in evidenza uno di questi suoi tre aspetti caratteristici. In questo modo molti hanno perso di vista il fatto che le sue potenzialità stavano nella sinergia di tali aspetti, non in uno o due di essi, e nella strada di rottura intrapresa per cavalcare un fenomeno in esplosione – tanto da aver portato alla nascita del neologismo iphoneography – ma non ancora autonomo. Si tratta ovviamente del boom
della fotografia mediante smartphone e in particolare iPhone: già prima della nascita di Instagram lo smartphone di Apple era diventato la fotocamera più diffusa su Flickr, il sito fotografico per antonomasia, il merito di chi ha ideato Instagram è stato quello di capire che la nuova iphoneography non doveva restare un sottoinsieme della fotografia “vera” ma poteva avere un servizio e un social network completamente dedicato. In seguito Instagram si aprirà anche al mondo Android – e succederà anche molto altro, come vedremo – ma il punto di partenza è questo.

Così, nell’ottobre 2010 i possessori di iPhone si trovano davanti a una nuova App che all’inizio, come abbiamo accennato, non è facile identificare. Il lato più evidente di Instagram è la parte che permette di scattare foto, con una netta ispirazione vintage: formato esclusivamente quadrato alla Polaroid, effetti che in realtà riducono la qualità dell’immagine richiamando la resa delle pellicole e in parte il fenomeno della lomografia. Le foto scattate e ritoccate si caricano in quello che è a tutti gli effetti un social network in stile Flickr, i cui membri possono commentare le foto degli altri. L’idea davvero originale è che tutto questo (scattare, ritoccare, condividere, vedere, commentare) si può fare solo ed esclusivamente da iPhone: niente sito web, niente applicazioni per iPad e men che meno per computer o dispositivi portatili non iOS.

Ad alcuni allora sembrava un limite, era invece un grande punto di forza: l’utilizzo del social network era immediato, direttamente integrato con l’esperienza fotografica (la condivisione è una parte inevitabile del processo di scatto di una foto) e il pubblico con cui si dialogava era fatto di fotografi-iPhone , non da fotografi in generale. Tutti con la stessa fotocamera, tutti con gli stessi effetti e in fondo con la stessa idea: che il bello della fotografia è condividerla subito con gli altri per raccontare qualcosa (lo stesso nome Instagram sta per instant telegram e ha in sé il concetto di comunicazione) più che mirare alla “bella foto”. Che se poi arriva ugualmente tanto meglio, infatti su Instagram ci sono molte bellissime immagini.

Facciamo un veloce salto in avanti di oltre due anni ed eccoci di fronte all’Instagram del 2013: un fenomeno consolidato con oltre un miliardo di fotografie condivise dagli utenti, si stima un nuovo iscritto ogni secondo e le spalle coperte dall’essere stato acquisito da Facebook. I principi di fondo sono sempre validi ma la pratica è un po’ diversa, soprattutto perché oggi Instagram esiste anche in versione Android, quindi la sua platea si è molto ampliata, perché l’App si è arricchita di funzioni e perché ha un volto web a cui inizialmente aveva rinunciato e che offre qualche possibilità di interazione e apertura in più.

I primi passi
Il punto di partenza per entrare nel mondo di Instagram è sempre lo smart-phone, nel nostro caso l’iPhone. Si scarica l’App, che è gratuita, e la si lancia: a questo punto  si tocca il pulsante Registrati e si crea un nuovo account Instagram inserendo le poche informazioni principali oppure usando il proprio account Facebook. Passare da iPhone è inevitabile anche oggi che Instagram ha un lato web: non è possibile creare un nuovo account utente direttamente sul sito. Ora che siamo registrati su Instagram siamo a pieno titolo membri della community e possiamo esplorarla e scoprire chi ha gusti fotografici simili ai nostri o comunque che ci interessino. Prima però è meglio familiarizzare con l’interfaccia dell’App, che peraltro è abbastanza semplice. La gran parte dello schermo dell’iPhone è occupata dal nostro feed (in italiano Cronologia), ossia la sequenza delle immagini caricate dagli utenti che man mano decidiamo di seguire. Le foto sono mostrate in sequenza di caricamento e con alcune informazioni accessorie, in primo luogo i commenti degli altri utenti. Il feed si scorre in verticale e si aggiorna manualmente, toccando sul pulsantino con la freccia circolare che si trova in alto a destra.

Nella parte bassa dello schermo resta fissa una fascia con cinque pulsanti che, considerandoli da sinistra verso destra, hanno la funzione di portarci in varie sezioni dell’App: il feed delle foto e in particolare, con un doppio tocco, la foto più recente; le foto più popolari del momento e le funzioni di ricerca nella community; la parte fotocamera ed effetti; l’elenco delle interazioni che hanno riguardato le nostre immagini; i dati del profilo e, soprattutto, molte impostazioni legate a come Instagram e gli altri suoi utenti possono interagire con noi e con le nostre immagini.

La ricchezza del nostro feed dipende ovviamente da quanti altri utenti di Instagram seguiamo. Il meccanismo adottato è lo stesso di Twitter: quando troviamo qualcuno le cui foto ci piacciono possiamo diventare suoi follower senza dover ricevere una esplicita autorizzazione, a meno che quel particolare utente non abbia impostato il suo profilo come privato. Lo stesso vale per gli altri nei nostri confronti, quindi occhio a quello che carichiamo: se non ci piace l’idea che tutte le fotografie che caricheremo saranno visibili a chiunque è meglio che anche noi impostiamo il nostro profilo come privato, sebbene la cosa sia poco in linea con la filosofia di un network fotografico. Le foto presenti nel nostro feed non sono semplicemente da guardare, sono anche una miniera di spunti per esplorare Instagram. Consideriamo come esempio la fotografia in figura: innanzitutto toccando l’avatar o il nome dell’utente che l’ha caricata (cherryrae) passiamo al suo profilo  e quindi anche a tutte le sue altre fotografie, mentre toccando la geolocalizzazione della foto (Galliano Island) passiamo a una mappa che riporta anche tutte le foto caricate su Instagram con la medesima geolocalizzazione.

L’icona di Foursquare in alto a destra ci fa capire che i due social network sono collegati, infatti Foursquare fa da database di punti di interesse per Instagram.
Sotto la fotografia ci sono i commenti che hanno scritto gli altri utenti. Se sono molti l’App li condensa mostrando solo i primi e gli ultimi, ma toccando la dicitura “mostra tutti e 6 i commenti” si passa a una vista completa. Anche qui possiamo toccare il nome di qualsiasi utente per passare al suo profilo, vedere le sue immagini e decidere se seguirlo (basta toccare il pulsante azzurro Segui). In questa schermata possiamo aggiungere un nostro commento alla foto. Se invece vogliamo rispondere a un commento già presente conviene farlo scorrere col dito verso destra per rivelare due icone nascoste: quella con il punto esclamativo segnala il commento come “abuso”, un termine generico che su Instagram identifica i commenti violenti, a sfondo sessuale o in generale inappropriati; quella con la freccia inserisce un nostro commento pubblico che inizia con il nome utente di chi ha scritto quello che abbiamo fatto scorrere. Per inserire un commento basta anche toccare il pulsantino Commenta presente nel feed.

Proprio sotto l’immagine, prima dei commenti, la dicitura “piace a 576” indica che altrettante persone hanno toccato il pulsantino Mi Piace sotto la foto per “approvare” l’immagine anche senza necessariamente commentarla. Toccando la dicitura passiamo a una schermata A chi piace con l’elenco dei 576 utenti in questione  e anche questo è un buon modo per scoprire altri membri di Instagram che abbiano gusti simili ai nostri.

La fotografia di figura mostra un altro modo molto efficace per far conoscere le proprie immagini e per scoprirne altre: l’utilizzo delle tag. Anche qui il principio è quello già applicato in Twitter con gli hashtag, ossia inserire nella descrizione di una fotografia delle parole chiave identificate dal carattere hash (#).

Prevedibilmente, toccando una tag l’App di Instagram carica quelle postate più di recente con la stessa parola chiave. Alcune tag sono diventate di uso comune per gli instagramers di tutto il mondo, altre hanno utilizzi più specifici. Se usiamo molte tag, l’etichetta di Instagram consiglia di non inserirle nella descrizione principale della fotografia ma di inserire un proprio commento fatto solo o prevalentemente di tag. C’è anche chi conserva una nota di iOS con le sue parole chiave e poi fa copia-incolla dalla nota al commento dopo lo scatto.
Resta solo da segnalare il pulsantino che si trova all’estrema destra a fianco di quelli Mi Piace e Commenta. Toccandolo appaiono altri pulsanti che servono a segnalare una foto che giudichiamo inappropriata (in generale tutto ciò che viola i Termini di Utilizzo di Instagram è teoricamente inappropriato) oppure a twittarla per condividerla al di fuori di Instagram con i nostri contatti di Twitter.

Pronti allo scatto
Tralasciamo per un attimo l’approfondimento sulle altre sezioni di Instagram per concentrarci sulla parte fotografica vera e propria. Toccando il pulsante centrale con l’icona a forma di macchina fotografica si attiva la fotocamera dell’iPhone e si passa all’interfaccia dedicata allo scatto. Le fotografie effettuate direttamente dall’interno di Instagram sono sempre e solo quadrate, basta toccare su un punto dell’inquadratura per impostare messa a fuoco e valutazione esposimetrica esattamente su quel punto. Gli altri controlli sono limitati al minimo indispensabile e sono raggruppati in alto a destra sotto forma di tre icone: la prima visualizza una griglia per studiare meglio l’inquadratura, la seconda imposta il flash scorrendo fra tre modalità (sempre spento, sempre acceso, automatico), la terza commuta fra la fotocamera principale e quella frontale.

Volendo è possibile usare come immagine di partenza non un nuovo scatto ma una fotografia già presente nel Rullino Fotografico: basta toccare l’immagine in basso a destra, la quale non è altro che una miniatura dell’ultima foto salvata nel Rullino stesso. Scelta una foto, si passa a una schermata intermedia  dove si può ridimensionarla e spostarla in modo che i dettagli più importanti siano all’interno della maschera quadrata che impone Instagram. Quando siamo soddisfatti del risultato tocchiamo il pulsante Ritaglia per passare all’applicazione dei filtri nella sezione Modifica.

In questa parte dell’App si modifica la foto in maniera creativa, ma senza che per questo l’applicazione diventi troppo complicata. I filtri applicabili sono al momento 19 e tutti preimpostati, senza possibilità di variare la loro intensità: li si scorre nella parte inferiore dello schermo e sono rappresentati da una piccola miniatura che dà l’idea di come modificheranno la nostra immagine. La logica è volutamente sempre quella delle fotografie “a bassa fedeltà”, che riprendano lo stile delle fotocamere a pellicola o di quelle a sviluppo istantaneo. I parametri regolabili sono solo quattro e sono associati alle icone poste sopra la galleria dei filtri, che da sinistra verso destra servono a: ruotare l’immagine di partenza, con passi di 90 gradi; applicare o eliminare la cornice prevista dal filtro selezionato; attivare una sfocatura lineare o circolare, che va poi ottimizzata spostando l’area a fuoco agendo direttamente con le dita sullo schermo; attivare o disattivare una funzione per il recupero delle zone in ombra, che in alcuni casi aumenta la gamma dinamica della fotografia.

Nella sezione Modifica la parola d’ordine è sperimentare: se abbiamo tempo e voglia, giochiamo con i filtri e gli effetti a disposizione sino a trovare un risultato finale che ci piaccia. Dopo un po’ scopriremo che alcuni filtri sono più indicati di altri per determinati tipi di immagini e la fase di sperimentazione si farà più breve, anche perché è inevitabile che ci si “affezioni” a certi filtri piuttosto che ad altri. Completata la parte “creativa”, tocchiamo su Prossima per passare alla sezione dedicata alla condivisione delle immagini.
Nella schermata Condividi Foto  ci sono tutti i dettagli necessari per una condivisione del nostro scatto non solo su Instagram ma anche all’interno di alcuni social network (Facebook, Twitter, Foursquare, Tumblr, Flickr) e per posta elettronica.

Accanto alla miniatura della fotografia possiamo scrivere una breve descrizione che, come accennato, andrebbe completata con qualche parola chiave, mentre immediatamente sotto troviamo due opzioni di geolocalizzazione: aggiungere o meno la singola foto alla Photo Map e indicare il luogo preciso della foto scegliendolo dal database di Foursquare (senza questa operazione è impossibile condividere la foto appunto su Foursquare). La Photo Map è una funzione relativamente recente di Instagram ed è in sintesi molto simile a Luoghi di iPhoto: le nostre immagini geolocalizzate vengono posizionate su una mappa a seconda delle loro coordinate o della localizzazione attraverso Foursquare. Chi visita il nostro profilo può in questo modo esplorare le nostre fotografie anche in base a dove sono state scattate e non solo nella loro successione temporale.

Per indicare su quali social network caricare la nostra fotografia basta toccare la relativa icona e vederla diventare azzurrina. Le credenziali di accesso ai singoli servizi devono essere già state impostate in iOS (per Twitter o Facebook) o all’interno dell’App, operazione che si svolge dalla sezione dedicata al profilo, come vedremo. A questo punto non manca che toccare il pulsante Condividi e l’immagine verrà caricata nei vari social network. Se cambiassimo idea, niente paura: possiamo eliminarla da Instagram in ogni momento toccando il suo pulsantino con i tre punti, che farà apparire tra l’altro un pulsante Elimina.


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