Quando il mobile sposa la supply chain management

Le case history presentate nell’osservatorio del Politecnico di Milano sul mobile business

Di seguito presentiamo alcune case history, tratte dall’Osservatorio del
Politecnico di Milano sul mobile business, e relative alle applicazioni per la
supplì chain management.




Applicazioni basate sul telefonino. Si tratta di applicazioni abbastanza semplici di supporto alla logistica distributiva che consentono all’utente (in genera l’autista del mezzo) di effettuare la spunta della merce consegnata attraverso terminali industriali dotati di lettore ottico.
Number One. E’ un operatore logistico leader nella logica distributiva di largo consumo. La società possiede 18 magazzini, 3 centrali e 15 stabilimenti per la movimentazione di circa 2.100.000 tonnellate di merce l’anno. A supporto delle attività dei trasportatori è stata implementata un’applicazione di Supplì chain management che permette di gestire l’invio del piano delle consegne di ogni singolo autista e di ricevere gli esiti delle consegne effettuate in tempo reale.

Applicazioni basate su Wi-fi. E’ un cluster molto popolato, che include tute quelle
applicazioni a supporto della gestione del magazzino (ricevimento, deposito,
picking e spunta). Il device più utilizzato è il terminale industriale è il
terminale industriale, tipicamente dotato di lettore ottico per la rilevazione
dei codici a barre.

Vimar. Società produttrice di materiale elettrico
con un fatturato previsto 2005 previsto di 105 milioni di euro e ottocento
dipendenti. La società ha introdotto il Wi-fi nel magazzino prodotti finiti a
supporto dei processi di ricezione, stoccaggio e prelievo dei prodotti. Gli
operatori che un tempo basavano la propria operatività su supporto cartaceo,
usano ora dei terminali industriali con la scheda Wi-fi.

Bennet. Gruppo leader in Italia nel campo della grande distribuzione organizzata con più di settemila dipendenti e circa un miliardo e mezzo di euro di fatturato. L’attività degli operatori nei magazzini distributivi è supportata dalla rete in radiofrequenza (standard 802.11 b); i supporti cartacei sono stati eliminati in quanto tutte le operazioni vengono eseguite con il supporto dei terminali industriali.

Applicazioni basate su Rfid. In questi casi la tecnologia Rfid viene utilizzata al posto del codice a barre. I lettori dei tag Rfid possono essere posizionati su un terminale mobile maneggiato da un addetto , su un carrello di movimentazione o su di un varco fisso.
Tappettificio Radici. L’azienda opera nel settore tessile e fa capo a un Gruppo che ha un fatturato di circa 1.200 milioni di euro e impiega circa novemila addetti. L’applicazione di Scm implementata per il riconoscimento delle pezze nel magazzino è basata su tecnologia Rfid e la trasmissione dei dati dal muletto al gestionale aziendale è affidata a una connessione Wi-fi. Le pezze prodotte vengono “taggate” con transponder che utilizzano la frequenza 13,56 Mhz, passivi, read/write. La forca del muletto è dotata di reader Rfid che legge le informazioni sui transponder, le trasmette ai computer industriali installati a bordo e dotati di scheda Wi-fi, che, a loro volta, trasmettono tramite la rete wireless i dati al gestionale.

Goldwin. E’ un’azienda operante sul mercato italiano ed europeo nel settore dell’abbigliamento sciistico. L’applicazione di Scm per il tracciamento e la distribuzione dei colli è stata implementata basandosi su tecnologia Rfid, “taggando” i capi di abbigliamento con transponder
passivi e read/write che utilizzano la frequenza 13,56 Mhz. Tale applicazione
automatizza la fase di ricezione e controllo della merce in arrivo dagli
stabilimenti di produzione esteri: i tag, posti sulle giacche e i pantaloni,
vengono letti e viene fatto così l’inventario dei prodotti che entrano nel
magazzino senza la necessità di aprire i pacchi e il relativo contenuto.

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