Quali leve per l’e-learning

Una ricerca qualitativa di Kpmg Bas ha evidenziato in che modo le aziende valutano la formazione online e quali sono le barriere da superare.

14 luglio 2004

Durante la seconda edizione del convegno "e-Learning Summit. Il valore della conoscenza" organizzato da Il Sole 24 Ore (con il contributo di vari sponsor), tra i numerosi interventi che ruotavano attorno al tema della formazione online, ha visto anche la presentazione di una ricerca qualitativa, dal titolo "Earning through learning", sviluppata da Kpmg Business Advisory Services, sul mondo dell’e-learning in Italia.


La società di analisi ha intervistato 30 aziende medio-grandi «rappresentative di un campione nazionale pari al 67%» come ha spiegato Paolo Calderari di Palazzolo, associate partner Kpmg Business Advisory Services; di queste, il 40% sta sviluppando un progetto pilota di e-learning, il 30% lo sta già implementando e un altro 30% è già in grado di valutare i risultati ottenuti.


In particolare, l’analisi ha avuto come obiettivo quello di comprendere qual è l’approccio delle aziende verso l’e-learning, quali sono i principali impatti sull’organizzazione che un tale progetto crea, quali i fattori di successo e le sfide future.


Rispetto alla ricerca dello scorso anno, Calderari ha evidenziato come quest’anno, tra i driver che spingono le società a scegliere la formazione online non vi sia più al primo posto la voce costi (l’anno scorso citata dal 73% delle aziende contro un 44% di questa edizione) ma assurgano importanza l’efficacia e la pervasività del messaggio.


L’introduzione di una soluzione di e-learning, necessariamente, impatta sull’azienda in modo significativo e tre sono i principali fronti coinvolti: organizzativo, in quanto la nuova soluzione richiede che un certo numero di persone debba coordinarsi per implementarla; tecnologico, in quanto necessita di infrastrutture di rete e hardware adeguato per sfruttare in pieno le potenzialità dello strumento; culturale in quanto i discenti dovranno vedere l’e-learning come un’opportunità e quindi non adottare a priori un approccio ostile.


E questo è un fronte da non sottovalutare e sul quale è importante un’azione coinvolgente da parte del top management, che dovrebbe anche assumere la sponsorship del progetto (vista come principale leva di successo secondo l’88% delle aziende).


Non va dimenticato, infatti, che spesso è proprio il top management che è contrario alla formazione quando questa avviene sul posto di lavoro.


L’indagine ha anche evidenziato che la funzione delle Risorse umane è vista (per 88% del campione) come il miglior sponsor della soluzione di e-learning.


Per quanto riguarda i rischi nei quali le aziende possono incorre, uno potrebbe essere quello di concentrarsi maggiormente sulle tecnologie pittosto che sulle specifiche esigenze aziendali e sugli obiettivi da raggiungere.


Per il futuro, le aziende dell’indagine hanno inoltre sottolineato come sia auspicabile l’uso dell’e-learning anche per sostenere e accelerare la risoluzione di problemi di business.


I contenuti rivestono un ruolo molto importante e quindi richiedono una particolare attenzione, tant’è che sta aumentando la percentuale di aziende che opta per corsi ad hoc, sia sviluppati all’esterno (45%), che sviluppati in casa (25%), mentre cala l’acquisto di corsi a catalogo, di solito di provenienza inglese e quindi non sempre capaci di soddisfare le esigenze locali; è evidente, quindi, il desiderio di creare contenuti sempre più mirati alle necessità formative dei vari discenti.


La progettazione, tuttavia, non è facile da realizzare, in quanto non sempre le aziende al loro interno hanno le persone capaci di elaborare contenuti didattici.


Dall’indagine è altresì emerso che l’11% delle aziende intervistate ha già integrato il proprio sistema di e-learning all’interno del modello di Knowledge management, mentre il 22% è propenso a questa convergenza, ma è anche risultato che il 44% non ha risposto, e questo significa che il Knowledge management deve ancora superare numerose barriere.


Infine, l’analisi di Kpmg Bas ha evidenziato in quattro aree le principali sfide che l’e-learning deve superare legate a: contenuti e didattica; tecnologia; cultura aziendale e costi.

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