L’e-learning si fa strada

La formazione a distanza viaggia con il vento in poppa. E l’Italia cresce più dell’Europa. Una ricerca di Kpmg ne mette in evidenza problemi e prospettive

13 luglio 2004 Grazie anche alla diminuzione delle
barriere tecnologiche l’e-learning italiano cresce a un tasso superiore a quello
europeo che è del 51%. Più che le cifre, suggerisce Paolo Calderari di Palazzolo
di Kpmg che ha presentato una ricerca sulla formazione a distanza nell’ambito
dell’e-learning summit del Sole 24 ore, occorre guardare al trend che in tutto
il mondo è particolarmente positivo.




La sponsorizzazione da parte del top management e la presenza di tecnologie adeguate sono le principali chiavi del successo dei progetti di formazione on line che, al contrario, trovano i problemi principali nell’eccessiva focalizzazione sulla scelta della soluzione tecnologica, spesso non tarata sulle esigenze aziendali, e su un approccio learning by doing un po’ troppo empirico che non lascia spazio alla definizione di una strategia precisa. Condotta su un campione di una trentina di aziende medio-grandi, “Earning trhough learning” (questo il titolo
dell’indagine di Kpmg) mette in risalto come il 62% del campione faccia uso di
consulenti per quanto riguarda la definizione dei contenuti sempre più spesso,
però, realizzati all’interno dell’azienda. Rispetto allo scorso anno le aziende
si dimostrano infatti più scettiche verso l’acquisto di contenuti a catalogo
spesso di produzione anglosassone. Questo processo provoca però qualche problema
visto che spesso le aziende non hanno le competenze interne e il rapporto con i
consulenti esterni si dimostra non facile visto che è più facile trovare più
orientato alla tecnologia rispetto alla didattica.




Il 57% è ormai convinto che la formazione a distanza vada per tutte le figure aziendali anche se sono privilegiati i temi non comportamentali. Nonostante questa crescita dei favori dell’e-learning permangono delle barriere rappresentate
dalla cultura aziendale, i vincoli tecnologici e i problemi organizzativi. In
secondo piano appare la questione legata ai costi.

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