Privacy officer a misura di data protection (anche in Italia)

Privacy_Web_InternetPotrebbe produrre un fabbisogno sul mercato italiano stimato tra i 25mila e i 70mila Privacy officer l’approvazione del nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati, che obbligherà Pubbliche amministrazioni e imprese a dotarsi di uno specialista nella protezione dei dati.

Suo, come già accade negli Stati Uniti e in 15 nazioni dell’Ue, il compito di presidiare in maniera corretta le modalità di trattamento, conservazione e gestione dei dati personali e delle informazioni in possesso dell’azienda.
Non senza possedere competenze sia giuridiche, sia informatiche.

Convinte che per approfittare delle nuove opportunità lavorative offerte dalla data protection non basterà solo conoscere la normativa sulla privacy, Aica e Federprivacy hanno firmato un accordo quadro per garantire il possesso degli opportuni skill a chi si candida per l’attività di Privacy officer.

Proprio in considerazione della sensibilità dei dati, la competenza del professionista della privacy deve, infatti, necessariamente estendersi ai rischi e alle opportunità del trattamento digitale in un mondo sempre più interconnesso e dove il paradigma cloud si va rapidamente proponendo per la sua efficacia e praticità.

Da qui l’idea di un progetto congiunto tra le due associazioni per promuovere sistemi per l’acquisizione di conoscenze, abilità e competenze necessarie per le attività di sicurezza e privacy in ambito Ict.
A corrisponderne altrettanti crediti formativi ai sensi della Legge 4/2013 per i professionisti membri ci penserà Federprivacy che, iscritta presso il ministero dello Sviluppo Economico per rappresentare in Italia i Privacy officer, promuove la certificazione professionale di quest’ultimi presso l’ente indipendente TÜV Examination Institute.

A sua volta, in qualità di garante del programma di certificazione europeo Ecdl, Aica punta a valorizzare le conoscenze e le competenze informatiche da cui anche il Privacy officer non può esimersi, visto che la gran parte dei dati che circolano in un’organizzazione derivano comunque da fonti digitali e va, quindi, trattata secondo le modalità tipiche della disciplina informatica.

Non una figura imposta per legge, quindi, ma un professionista dinamico e competente, che sia riconosciuto come un indiscutibile valore aggiunto dall’azienda che lo ingaggerà.

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