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Presentatori sul piccolo schermo

Con l’introduzione di Keynote, Pages e Numbers sotto forma di App iOS, Apple ha fatto un importante passo avanti nel trasformare l’iPad in uno strumento di produttività personale: le tre applicazioni non sono ancora perfettamente assimilabili alle loro controparti desktop ma sono tranquillamente utilizzabili in molti ambiti anche professionali. Keynote è l’App che ha suscitato il maggiore interesse perché poter effettuare presentazioni con il solo tablet Apple, senza doversi portare dietro un notebook, è una bella comodità per chiunque. Le aspettative generate da Keynote sono state alte fin dall’inizio, quindi, e proprio queste aspettative hanno in parte causato le diverse critiche che il software ha subìto nelle sue prime versioni. Ora Keynote per iOS è una applicazione più matura, più ricca di funzioni e anche – elemento particolarmente importante – più compatibile con la versione per OS X. Nel complesso è una soluzione ancora più convincente come strumento per le presentazioni, grazie anche ad alcune funzioni che iOS ha guadagnato indipendentemente da Keynote, come l’AirPlay Mirroring, e allo sviluppo di App accessorie come Keynote Remote della stessa Apple.
In queste pagine vedremo come usare al meglio tutto questo ecosistema di applicazioni, funzioni e accessori, in modo da trasformare l’iPad in uno strumento davvero efficace per qualsiasi tipo di presentazione e non semplicemente in una soluzione d’emergenza che imponga troppi limiti a chi fa delle presentazioni una fetta importante del suo lavoro.

L’ambiente di Keynote
L’impostazione di base di Keynote è quella classica dei software Apple per iOS abilitati all’uso di iCloud. La schermata iniziale è il consueto sfondo in tela virtuale grigia con i documenti già creati. Per definire una nuova presentazione basta toccare il pulsante con il segno di aggiunta (+) e scegliere Crea presentazione.
Questo ci porta alla schermata per la selezione del template della presentazione. Le opzioni possibili sono 12, contro le 48 di Keynote per OS X, ma noi consigliamo una scelta addirittura più conservativa. Per presentazioni di una minima complessità è comodo rimpallare il lavoro tra iPad e Mac, cosa che però è possibile senza problemi solo scegliendo template del tutto compatibili. Questi sono 10: Bianco, Nero, Gradiente, Salone, Ceruleo (Marocco su Mac), Arte, Armonia, Portfolio moderno, Chalkboard (Blackboard su Mac) e Pergamena. Rinascimento e Portfolio foto non hanno controparti su Mac. Una volta scelto il tema che preferiamo, Keynote apre l’area di lavoro vera e propria. Gran parte dello schermo è occupata dalla diapositiva attiva, sulla sinistra troviamo la barra con tutte le diapositive della presentazione.
Il primo passo in Keynote è prendere confidenza con la logica di costruzione e modifica delle diapositive, tutta ovviamente basata sul multitouch: quasi tutti gli elementi presenti sul display sono attivi e modificabili attraverso semplici tocchi con le dita. Il primo “livello” di interazione è toccarli con un dito per far apparire il menu contestuale con le voci Taglia, Copia, Elimina, Anima e, nel caso degli elementi multimediali, Sostituisci. Le opzioni hanno denominazioni chiare, tranne forse Anima: porta alla gestione delle transizioni e delle animazioni, che tratteremo più avanti.
Il menu contestuale associato a una diapositiva nel suo complesso è diverso da quello dei singoli oggetti e contiene le opzioni Taglia, Copia, Elimina, Ignora e Transizione. L’unica non immediatamente chiara è Ignora, che imposta la diapositiva in modo che non sia riprodotta durante la presentazione (graficamente viene minimizzata ma resta nella colonna delle diapositive).
Per aggiungere una diapositiva si tocca il tasto di aggiunta (+) in basso a destra, aprendo così un pannello da cui scegliere il template della singola diapositiva. Le opzioni sono 8 e corrispondono ai seguenti master di Keynote per OS X: Foto – Orizzontale; Titolo e sottotitolo; Titolo e punti elenco; Titolo, punti elenco e foto; Titolo; Foto; Punti elenco; Vuoto. Scegliere altri master in Keynote per Mac porta a problemi di incompatibilità nel trasferimento su iPad della presentazione. Le diapositive possono essere posizionate in qualsiasi ordine dopo essere state create, basta spostarle con un dito lungo la barra laterale.

Personalizzare i master
I master delle nuove diapositive hanno testo segnaposto che si modifica, come spiega il testo stesso, toccando gli elementi con un doppio tap e digitando il nuovo testo. Dopo aver introdotto il nuovo testo, per completare l’operazione basta far sparire la tastiera con il tasto apposito, in basso a destra.
Per sostituire un elemento multimediale, in questo caso un’immagine, si può usare il comando Sostituisci del menu contestuale o, per i soli elementi segnaposto, toccare il simbolo di un’immagine nell’angolo in basso a destra.

In entrambi i casi si apre il browser multimediale  associato al Rullino Fotografico, a iPhoto per iOS e anche ad altre App di tipo fotografico. L’integrazione è completa e a chi fa molte presentazioni conviene sfruttarla appieno, creando in iPhoto una o più cartelle apposite per le immagini usate frequentemente, che serviranno ad assemblare nuove presentazioni.
Selezionando un’immagine e toccando nella barra in alto il pulsante con l’icona di un pennello si apre il menu Formato che in questo caso contiene due sezioni legate all’aspetto e al posizionamento dell’immagine stessa. La sezione Stile permette di definire eventuali bordi, riflessi, ombre e opacità (alcuni settaggi vanno richiamati toccando Opzioni stile). La sezione Disponi permette di modificare l’orientamento dell’immagine, la sua “gerarchia” rispetto agli altri oggetti della diapositiva e la maschera applicata all’immagine stessa: Reimp. Maschera visualizza tutta l’immagine per ridimensionarla e spostarla; Modifica maschera permette di impostare la parte dell’immagine che sarà visibile e con quale ingrandimento. Non sono comandi molto comodi e intuitivi, quindi se possibile è meglio preparare prima su Mac le immagini destinate alla presentazione, dimensionandole opportunamente, e poi importarle sul tablet, dove invece possiamo sempre apportare correzioni e modifiche al volo.
Selezionando un box di testo, o semplicemente un gruppo di caratteri, il menu Formato si scompone in diversi menu  che impostano l’aspetto grafico del testo stesso. Le opzioni sono molte: Stile si riferisce a tutto il box di testo e permette di definire sfondi, bordi, ombreggiature e via dicendo (è tutto nel sottomenu Opzioni stile con le sue sezioni Riempi, Bordo ed Effetti); Testo riguarda le opzioni legate strettamente ai caratteri; Disponi ha la stessa funzione descritta in precedenza.

Inserire nuovi elementi
A parte gli elementi segnaposto già previsti dal template in uso, possiamo inserire liberamente molti altri componenti nella diapositiva. Si richiamano dalla toolbar superiore, toccando il pulsante con il segno di aggiunta (+) nella parte destra per attivare il menu Inserisci, suddiviso nelle sezioni Media, Tabelle, Grafici e Forme. Media richiama il browser media che abbiamo già illustrato trattando della sostituzione delle immagini.
Le tabelle in Keynote funzionano in modo simile ai fogli elettronici di Numbers: la dimensione di colonne, righe e della tabella stessa può essere regolata trascinandone gli estremi con la punta delle dita. Il numero di righe e colonne si imposta da un piccolo menu che appare toccando gli angoli delle “maniglie” della tabella. Keynote prevede tabelle con differenti caratteristiche grafiche.
I grafici  sono un elemento importante nella gran parte delle presentazioni. Keynote per iOS in questo senso è molto ricco di opzioni e prevede la creazione di grafici con le tipologie più importanti (linee, barre, barre sovrapposte, torte, punti, aree) e in versioni 2D e 3D (tranne che per i punti). La peculiarità di Keynote per iOS a cui ci si deve abituare è che il grafico non viene prima costruito come una tabella di dati e poi tracciato, ma viceversa. Come prima cosa bisogna inserire un grafico generico, poi toccarlo e selezionare la voce Modifica dati dal menu contestuale. Questo ci porta in una tabella con i dati associati al grafico, pronti da personalizzare.
Le opzioni associate ai grafici sono davvero molte e toccano tutti i principali aspetti, dall’inserimento delle leggende alla disposizione della griglia posteriore. L’elemento di maggiore impatto visivo sono le animazioni in entrata e in uscita, che possono anche essere eseguite un blocco di dati per volta. Come al solito, attenzione a non abusarne: troppi effetti speciali distolgono l’attenzione del pubblico dal messaggio che il grafico deve trasferire.
La sezione Forme permette di inserire una decina di elementi grafici per creare dei diagrammi. La scelta non è molto ricca, se la confrontiamo con quella dei programmi desktop, e non va oltre le opzioni di base. Anche in questo caso, comunque, gli elementi grafici possono essere personalizzati uno per uno con le consuete opzioni del menu Formato.
Tutti gli elementi presenti su una diapositiva sono liberamente ridimensionabili e spostabili. Per ridimensionarli li si seleziona e poi si muove una qualsiasi delle maniglie associate ai bordi dell’oggetto. Per spostarne uno lo si tocca e si tiene premuto sino a quando non appaiono due scale graduate ai bordi della diapositiva. A questo punto l’oggetto è spostabile e delle guide gialle vi appaiono intorno quando risulta allineato con qualche altro oggetto o con i due assi della diapositiva (le guide sono personalizzabili nella sezione Avanzate > Guide del menu Strumenti della toolbar, quello associato all’icona a forma di chiave inglese). Spostando gli oggetti si tenga conto della loro gerarchia: un oggetto può finire sotto un altro più in primo piano, per evitarlo dobbiamo modificare la sua “profondità” con il menu Disponi.

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