Osservatorio Wi-fi (quarta parte): il quadro normativo

Massimo Colombo, docente del Politecnico, analizza la situazione dal punto di vista della legislazione. L’Italia in ritardo rispetto all’Europa

10 maggio 2004 Dopo la situazione delle Wlan
pubbliche e private e lo stato dell’arte dal punto di vista tecnologico,
l’Osservatorio sul Wi-fi del Politecnico di Milano ha fatto il punto anche sulla
normativa che regola la materia e che si traduce nel contestato decreto
Gasparri
del maggio dello scorso anno che ha posto l’Italia in una
situazione anomala rispetto agli altri Paesi europei.
Massimo Colombo,
docente di economia del cambiamento al Politecnico è partito dal contesto
istituzionale della vicenda che ha visto infatti l’Unione europea stabilire la
regola della semplice autorizzazione per l’attività di Radio Lan in modo da
predisporre un quadro regolamentatorio molto leggero attorno alla materia.
Questo perché l’attività di Radio Lan non richiede l’attribuzione di diritti
individuali sulle frequenze utilizzate.
L’indicazione della Ue è stata
seguita dalla maggior parte dei Paesi europei che non hanno predisposto nessuna
regolamentazione per la frequenza dei 2,5 GHz, mentre Germania e Gran Bretagna
si sono limitate a chiedere una semplice notifica all’autorità di
regolamentazione nazionale.
In Francia, invece, sono preventivamente
autorizzate le Radio Lan per uso privato e pubblico se raccordate a una rete
aperta al pubblico già autorizzata. In luglio è stato poi approvato un altro
provvedimento che concede, dietro la richiesta di una semplice autorizzazione,
anche la realizzazione di una rete di punti di accesso. In questo modo la
Francia recepisce l’indirizzo comunitario e si differenzia dall’Italia che oggi
si trova nella situazione della Francia prima di luglio.
Il decreto del 28
maggio 2003 autorizza infatti il Wi-fi in locali aperti al pubblico o in aree
confinate a frequentazione pubblica e l’interconnessione solo attraverso reti
pubbliche di telecomunicazioni. La copertura locale con reti Radio Lan non è
permessa salvo fare richiesta al ministero per la sperimentazione.

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