Oracle riparla di Fusion

A New York ha incontrato analisti e utenti per fare chiarezza sui piani di integrazione delle business application. E ha parlato anche di database.

Gli executive di Oracle hanno incontrato a New York analisti e utenti per riparlare del progetto Fusion, ovvero di ciò che sarà l’offerta integrata di enterprise application una volta che il “calderone alchemico” di Redwood Shores avrà unito competenze ed esperienze di PeopleSoft, Jd Edwards e Retek.


Il progetto Fusion è stato presentato a gennaio, ma, evidentemente, necessitava di una ribattuta, presso la sede finanziaria dell’America che decide e produce.


E, infatti, il presidente della società, Charles Phillips ha incontrato, insieme al capo dello sviluppo applicativo John Wookey, una platea abbisognanda di ulteriori rassicurazioni.


Confermata la roadmap: nel 2006 Oracle farà un grande aggiornamento delle proprie tre linee di enterprise application, la E-Business Suite, la PeopleSoft Enterprise e la EnterpriseOne di retaggio Jd Edwards.


Dopodiché l’attesa sarà per un set applicativo basato su un’architettura Java, in uscita nel 2008, Fusion, appunto.


Gli utenti delle tre linee di prodotto saranno messi nelle condizioni di migrare a Fusion nella più totale tranquillità.


Però, gli utenti di New York, anche a fronte di tale rassicurazione hanno avanzato alcune questioni, come quella del database, ispirandosi al concetto che, tradizionalmente, Oracle prediligeva il riferimento al proprio database, mentre PeopleSoft aveva una vocazione, diciamo, maggiormente eterogenea.


Al che Phillips ha affermato che è allo studio l’inclinazione degli utenti rispetto al rapporto applicazione-database, e che è presto per prendere una decisione univoca.


Ancora, dai saloni niuiorchesi è emerso che Fusion supporterà i vari database, per esempio Db2, e andrà alla ricerca della certificazione di funzionamento, ma nulla più.


Sul fronte del modello commerciale, poi, è emersa la differenza fra quello Oracle (listino su sito Web) e quello PeopleSoft, strutturato sui connotati dell’utente (in cui il costo di licenza è il risultato di uno studio della dimensione del cliente, del suo fatturato e dell’industry di appartenenza).


Per il momento i due modelli convivono, nel senso che chi acquista PeopleSoft oggi (e Oracle, quindi, continua a vendere licenze) lo fa con il modello di Pleasanton. Ma nei prossimi mesi la PeopleSoft Enterprise si uniformerà al modello Oracle.


Quanto all’ultima acquisita, Retek (conquistata dopo un tira e molla con Sap), il contesto niuiorchese ha fatto emergere che sarà integrata in Fusion, ma, prima, nelle enterprise application di Oracle (nel giro di un paio di quarter) e poi in quelle di PeopleSoft (fra tre trimestri).


Nei piani di medio periodo ci sono l’integrazione dell’offerta PeopleSoft nel servizio hosted Oracle On Demand e ancora qualche acquisizione.


Oracle non è sazia, ha fatto sapere Phillips. Ma se il prossimo acquisto sarà Siebel non è dato di sapere. Per ora il presidente di Oracle ha smentito.

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