Opengate suona l’adunata per gli azionisti

L’assemblea stradinaria convocata per i prossimi giorni sarà fondamentale per la società di Malnate

3 giugno 2003 Nel momento più difficile della sua storia Opengate
chiama a raccolta gli azionisti per l’assemblea straordinaria convocata per i
giorni 10, 11 e 12 giugno. Per cercare di raggiungere il quorum necessario la
società di Malnate ha conferito mandato “alla società specializzata Gsc
Proxitalia che ha attivato il numero verde 800 123798 allo scopo di massimizzare
la partecipazione assembleare”
. L’assemblea di giugno dovrà deliberare
“su esame ed approvazione della situazione patrimoniale ed economica
aggiornata ed eventuale assunzione dei provvedimenti di cui agli articoli 2446 e
seguenti c.c., delibere connesse anche di riduzione del capitale sociale;
adeguamento delle operazioni sul capitale in corso e conseguenti modificazioni
statutarie; aumento del capitale sociale a pagamento sino a massimi euro 50
milioni con assunzione di ogni deliberazione connessa; modificazioni statutarie
conseguenti”
. La decisione principale è quella riguardante l’aumento di
capitale, che non ha un consorzio di garanzia, e rispetto al quale “gli
azionisti di riferimento non hanno ancora formalizzato una decisione definitiva
in merito alla sottoscrizione”
.


Anzi, dopo la recente riduzione delle quote da parte di alcuni azionisti
anche la Banca popolare commercio e industria ha deciso di far scendere la sua
partecipazione in Opengate sotto il 2%. Pietro Pozzobon, presidente della
società, ha invece confermato di voler mantenere invariata al 10,65% la sua
quota. L’esito positivo dell’operazione di ricapitalizzazione è fondamentale per
le banche che continuano a bloccare il credito nei confronti di Opengate.
Intanto, la banca d’affari Rothschild, advisor di Opengate, prosegue nella sua
attività di negoziazione con il sistema bancario e nella ricerca di partner
strategici e finanziari. In via di discussione è la cessione della controllata
spagnola Arc Espana Cartiera, mentre sembra vi siano “di manifestazioni di
interesse da parte di uno o più nuovi investitori interessati ad entrare nel
capitale della società”
. Nel caso in cui l’aumento di capitale non dovesse
essere sottoscritto e le banche non ripristinassero gli affidamenti, “gli
amministratori della società, e delle società controllate, assumeranno le
deliberazioni previste dalla legge valutando caso per caso, nell’ambito degli
interventi consentiti quelli piu’ opportuni o necessari”
.


La società ha fornito anche una panoramica sulla situazione che vede Opengate
SpA subire una ulteriore contrazione delle vendite e delle disponibilità di
magazzino. “I debiti verso banche sono sensibilmente diminuiti a seguito
della maturazione del portafoglio anticipato. I principali fornitori continuano
ad esprimere fiducia nei confronti della società dichiarando la loro
disponibilità a riprendere le forniture a fronte di piani di rientro. Il
risultato ante imposte al 30 aprile 2003 è negativo per 4,4 milioni di euro,
senza considerare gli effetti positivi che deriveranno dall’annunciata cessione
della partecipazione della controllata J. Soft Srl”
. In linea l’andamento
della controllata spagnola Arc Espana, mentre Addventure S.p.A. (logistica e
trasporti), fortemente penalizzata dal blocco dei fidi, ha avviato un processo
di dismissione della parte relativa all’attività di trasporto, ritenuta non più
strategica e produttiva di grosse perdite gestionali, tramite la stipulazione di
contratti di affitto di rami d’azienda. Le perdite ante imposte al 30 aprile
ammontano a complessivi 15,9 milioni di euro riconducibili in parte alle
svalutazioni di avviamenti iscritti nel bilancio e di investimenti realizzati su
piattaforme di trasporto.


“Anche Netric (distribuzione di materiale elettrico) ha risentito della
stretta creditizia facendo registrare un rilevante calo di fatturato, notevoli
difficoltà nella gestione degli approvvigionamenti a causa degli scaduti verso
fornitori, la migrazione di parte dei clienti verso altri operatori del settore.
Le perdite subite al 30 aprile 2003 (5,6 milioni di euro) sono in larga parte
riconducibili alla decisione di svalutare prudenzialmente buona parte degli
avviamenti (3,4 milioni di euro) relativi ai rami d’azienda di Vigevano e
Carmagnola che hanno particolarmente risentito della tensione finanziaria. Il
patrimonio netto al 30 aprile 2003 è pari a 7,6 milioni di euro”
. Intanto
anche il direttore amministrativo Marco Preda ha lasciato l’azienda.

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