Home Big Data Per NetApp le aziende devono essere Data Thriver

Per NetApp le aziende devono essere Data Thriver

NetApp sostiene che i dati diventeranno autocoscienti (ovvero disponibili nei momenti corretti pensiamo al caso dell’incidente di una driverless car), cresceranno sempre di più e soprattutto più velocemente delle capacità di trasporto, avranno bisogno di una elaborazione più veloce.

Usufruiranno di meccanismi di decentralizzazione dei controlli (blockchain) e le virtual machine saranno in grado di condividere le informazioni che saranno quindi sempre più distribuite con una maggiore facilità di noleggiare la parte computazionale.

 

La svolta di NetApp

Sono queste le previsionindi NetApp per il 2018 tutte concentrate sull’utilizzo del dato. Perché questa è stata la svolta impressa un paio d’anni fa dal ceo George Kurian che da allora ha infilato una lunga serie di trimestri positivi.

NetApp, spiega il country sales director Marco Pozzoniha cercato di svincolare da un discorso storage associato all’hardware per andare verso una gestione del dato. In più abbiamo abbracciato pienamente il cloud e mosso primi passi nel mondo dell’iper convergenza”.

Data fabric è la parola d’ordine che si traduce nell’aiutare i clienti a liberare i dati per accelerare la trasformazione digitale tramite il potere del cloud ibrido, una nuova generazione di data center che utilizzino la gamma di array all-flash della serie SolidFire, sia sull’offerta di infrastruttura convergente FlexPod, cui si aggiunge la soluzione di infrastruttura iperconvergente di livello enterprise NetApp Hci con una conseguente modernizzazione di storage e gestione dei dati.

Chi sono i Data Thriver

L’obiettivo è di avere clienti sempre più Data Thriver (rigogliosi) che sfruttino al massimo la potenza dei loro dati. Secondo una ricerca Idc per essere considerata Data Thriver una società deve considerare i dati come asset, avere come priorità la loro qualità, disseminarli in modo uniforme nell’organizzazione, fare lavorare a braccetto It e business e possedere altre caratteristiche che definiscano una cultura aziendale orientata al dato.

Le aziende che fanno parte di questa categoria ottengono risultati decisamente migliori visto che sono sei volte più efficienti, tre volte più profittevoli e due volte migliori per crescita, customer satisfactione altri indicatori.

Le aziende Data Thriver sono ancora relativamente poche, 11% del campione di Idc, rispetto al 34% di Data Survivor ma sono in crescita.

Tutti i settori secondo Idc sono toccati dalla rivoluzione del dato. La percentuale media dei ricavi tradizionali a rischio di interruzione varia infatti dall’11% per l’ ospitalità al 29% per i servizi di pubblica utilità.

Il Data Thriver crea nuovi ruoli e modelli di staff attraverso i quali It senior e dirigenti aziendali collaborano su iniziative legate ai dati che sono importanti per il consiglio di amministrazione e per i dirigenti di livello più basso. I membri dei gruppi Enterprise architecture (Ea) e Enterprise data management (Edm) definiscono le politiche e le metodologie di governance associate all’architettura applicativa e ai dati.

Inoltre possiedono la visione per consolidare una fonte di dati per un’area tematica: cliente, fornitore, partner, prodotti e servizi. I consulenti di dati misurano i loro risultati attraverso i Kpi. Raccolgono dati su successi e fallimenti e dispongono le iniziative per intraprendere azioni correttive. Le principali organizzazioni digitali coinvolte in questo studio stanno scoprendo che il cloud, con la sua capacità di offrire agilità e flessibilità, è indispensabile per raggiungere i loro obiettivi di business.

Per la maggior parte delle organizzazioni, questo porta a un’It ibrida in cui i dati vengono generati e archiviati attraverso una combinazione di risorse on-premise, cloud privato e cloud pubblico.

Con l’infrastruttura ibrida, spiega sempre Idc, ci sono una nuova serie di sfide per la gestione dei dati, compresi i dati organizzativi che sono ampiamente e imprevedibilmente distribuiti su più repository.

Si va dalla conoscenza dei dati dove si trovano, ai problemi di prestazioni e affidabilità nella protezione e nell’ integrazione dei dati, alla sicurezza e alla conformità, all’impiego di processi ad alta intensità di lavoro per ottimizzare il posizionamento dei dati. Resistere al cambiamento può essere fatale.

Il Netflix del cibo

La storia di Blockbuster e Netflix insegna qualcosa, ma anche la vicenda di McCormick & Company, un’ azienda di spezie di 125 anni non è male. Per rimanere leader di mercato l’azienda ha scelto la strada del digitale lanciando FlavorPrint, uno strumento online di raccomandazione sapore che rappresenta visivamente i gusti dei consumatori. I consumatori iniziano con un quiz di 20 domande sulle abitudini alimentari.

FlavorPrint prende questi dati e utilizza algoritmi per generare ricette personalizzate. È stato soprannominato “il Netflix per il cibo” per la sua capacità di suggerire ricette basate sui gusti individuali. FlavorPrint ha riscosso un tale successo che McCormick l’ha trasformata in una società tecnologica denominata Vivanda.

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