Motorola ancora in perdita, ma meno del previsto

Il 1° trimestre del nuovo anno fiscale si è chiuso con perdite per 174 milioni di dollari, rispetto ai 211 riportati nel medesimo periodo dell’esercizio precedente, e meglio rispetto a quanto ci si attendesse dalle parti di Wall Street. Ma continuano i licenziamenti

In attesa di tornare all’utile entro la seconda
parte di quest’anno, Motorola riporta un nuovo trimestre in perdita, ma
superiore alle aspettative di mercato. Sono, infatti, 174 i milioni di dollari,
o 8 centesimi per azione, riportati dal colosso statunitense in termini di
perdite. Un risultato, quest’ultimo da leggersi in chiave positiva se si
considera che, nel medesimo periodo dell’esercizio precedente, le perdite
riportate erano state per 211 milioni di dollari, o 10 centesimi per azione.
Inoltre, per i primi tre mesi del nuovo anno fiscale, gli analisti di mercato –
tra cui anche Thomson Financial/First Call – avevano stimato perdite
comprese tra gli 11 e i 15 centesimi per azione. Le vendite nette hanno, invece,
registrato il calo più contenuto degli ultimi sette anni, toccando quota 6,02
miliardi di dollari, rispetto ai 7,68 miliardi riportati un anno fa.
Per la
business unit di Motorola dedicata alle soluzioni wireless, quello recentemente
terminato è stato il terzo risultato finanziario consecutivo in positivo. La
divisione ha, infatti, registrato guadagni per 108 milioni di dollari, rispetto
ai 382 milioni di perdite riportate nel medesimo periodo del 2001. La business
uniti dedicata ai semiconduttori ha, com’era ragionevole presupporre, riportato
perdite per 226 milioni di dollari, rispetto ai 95 di dodici mesi fa. Infine, la
divisione Motorola dedicata alle apparecchiature per le infrastrutture wireless
ha registrato perdite per 49 milioni di dollari, rispetto ai 42 milioni di
profitto dell’esercizio precedente.
A quanto pare, il persistere
della difficile situazione di mercato ha reso necessaria, per Motorola, la
chiusura – entro la primavera del 2003 – del centro di distribuzione che la
società possiede a Harvard, nello stato dell’Illinois. Un’operazione che costerà
il posto ad altri 850 dipendenti, in aggiunta a quelli recentemente annunciati
dal colosso, che sta studiando una forma di non meglio precisata
‘ricollocazione’ anche per i rimanenti 400 dipendenti della struttura
che si appresta a chiudere.

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