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Mercato Ict italiano: per Sirmi finalmente il segno è positivo

Finalmente, vien da dire. In effetti, in questi mesi, in più di un colloquio con gli operatori del settore, dai vendor ai distributori, passando per i rivenditori, un cauto ottimismo e quel certo senso di positività che emerge quando le cose cominciano a girare si avvertiva.
Ora però, con la pubblicazione da parte di Sirmi dei dati relativi all’andamento del mercato Ict italiano nei primi tre mesi del 2016, la conferma c’è.
Per la prima volta dopo molti trimestri il segno di chiusura è positivo.
Certo, non stiamo parlando di un’impennata, ma quel +0,8 per cento registrato dal mercato It e quel +0,3 per cento registrato dal comparto delle Tlc non possono non essere interpretati come una piccola ma significativa inversione di tendenza, “a conferma – sostiene la società di analisi – che il mercato sta lentamente ripartendo e la crisi comincia ad allentare la sua presa”.

L’hardware torna a crescere

Complessivamente, l’intero comparto Ict nei primi tre mesi dell’anno vale 13,457 miliardi di euro, con una variazione positiva dello 0,5 per cento anno su anno.
La sola Ict vale invece 5,275 miliardi di euro, come già accennato con un saldo positivo vicino al punto percentuale.
Va segnalato, e anche questa è davvero un’altra bella inversione di tendenza, che anche l’hardware torna a crescere, con un minimalista +0,2 per cento a 1,8 miliardi di euro. Grazie al cloud i servizi di gestione arrivano a pesare 1,44 miliardi di euro, con un robusto +4 per cento, mentre resta il segno negativo sul software e sui servizi di sviluppo, attestati rispettivamente a 1,14 miliardi e 884,6 milioni di euro.
Per quanto riguarda le Tlc, che chiudono a 8,12 miliardi di euro, è pleonastico ricordare che la crescita resta appannaggio dell’area mobile, con 4,69 miliardi di euro, in crescita dell’1,2 per cento, mentre con il fisso siamo a 3,4 miliardi, in regresso dello 0,8 per cento.

  IQ 2015 IQ 2016
  Spesa End User Variazione su anno precedente Spesa End Use Variazione su anno precedente
Milioni di Euro % Milioni di Euro %
Hardware 1.797,9 -2,6% 1.801,9 0,2%
Software 1.152,5 -0,5% 1.148,4 -0,4%
Servizi di sviluppo 897,9 -2,1% 884,6 -1,5%
Servizi di gestione 1.384,7 3,1% 1.440,6 4,0%
Totale IT 5.233,0 -0,6% 5.275,5 0,8%
TLC Fisso 3.514,0 -3,1% 3.485,8 -0,8%
TLC Mobile 4.641,3 0,1% 4.696,6 1,2%
Totale TLC 8.155,3 -1,3% 8.182,4 0,3%
         
Totale ICT 13.388,3 -1,0% 13.457,9 0,5%

Fonte: Sirmi

Ma quale hardware?

Un’analisi di dettaglio sul solo segmento dell’hardware mostra tuttavia che la ripresa non si avverte ancora nel comparto pc client, a meno di non connotare di positività il dato di comparazione rispetto all’anno precedente: -15% nel primo trimestre del 2015, -7,4 per cento quest’anno.
Parliamo di 1,667 milioni di unità consegnate, di cui 665.100 notebook, 669.350 tablet, 13.600 workstation e 4.435 thin clienti, che mettono per altro a segno il regresso peggiore, con un -27 per cento anno su anno.
Segnali positivi qui non ce ne sono, se non quel -2,1 per cento dei tablet e quel -5,6 per cento dei notebook per il mondo delle imprese.
C’è comunque un cauto attendismo rispetto alla possibile ripartenza del mercato dei notebook, sotto la spinta non semplicemente del passaggio a Windows 10, ma soprattutto della ricerca di nove macchine più leggere e performanti.
Decisamente meglio i server, che chiudono con un significativo +7,2 per cento, per un valore complessivo di 132,6 milioni di euro. Per i server a base Intel la crescita sfiora il +17 per cento a 89,7 per cento, mentre tutto il resto del comparto, mainframe e sistemi Unix e proprietari, perde l’8,7 per cento.
Lo storage, infine, mostra segni di sostanziale tenuta: perde il 2,6 per cento il fronte hardware, ne guadagna l’1% il fronte software.
Insieme fanno 124,7 miliardi, con un -1,1 %.

 

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