Ma gli errori li paga solo l’It?

La risposta alla domanda retorica e’ negativa. Gli errori li pagano tutti. Ovvero, piu’ rapidi si sale, piu’ rapidi si scende, a prescindere dal vestito che si porta. Anche se, qualche eccezione, proprio di ordine “tessile”, c’e’.

8 luglio 2002 Chi pensava che la bolla speculativa del Nasdaq
fosse l’agnello sacrificale con cui mondarsi delle troppe aspirazioni, che in
gergo tecnico, affatto nuovo, si chiamano speculazioni, si sbagliava.
Quello
della new economy non e’ stato un bluff. E’ semplicemente stato uno dei tanti
campi di operazioni per le vecchie consorterie, che qualcuno ancora si ostina a
chiamare “old economy”, per fare i propri affari, per guadagnarci.
La Borsa
è un gioco a somma zero.
In finanza si usava anche il termine “Montecarlo”:
tutti puntano, la ruota si ferma, qualcuno ci guadagna, e il banco, pur avvezzo
al lamento, non crolla mai.
Questo e’ successo. Questo sta succedendo.

Dietro il sali-scendi del Nasdaq ci sono i detentori delle finanze, che ora
ne hanno sempre di piu’. C’e’ il capitalismo.
E dietro le eclatanti
rivelazioni delle ultime settimane, circa i conti sbagliati (aspettiamo a dire
truccati) c’e’ il “grande vecchio” del capitalismo, che altri non e’ se non se
stesso, cioe’ quel titano che non ha mai amato fare i conti con i parvenue.

J2M, al secolo Jean Marie Messier, e’ stato, per le consorterie
capitalistiche, uno di questi. Gia’ nell’appellativo affibiatogli, poco fine e
con un retrogusto tecnologico (sembra J2Ee), si leggeva il suo destino: “farai
la fine dei titoli dei Nuovi Mercati”, era come se gli volessero dire.
Il
manager francese, che quando quindici anni fa era in quota al ministro
dell’economia Balladur nessuno in Francia si sognava di discuterne le doti (e
si’ che era giovane), ha messo assieme pezzi proprio come la ricetta della
globalizzazione comanda: utility, editoria generalista, stampa tecnica,
televisioni, cinema e chissa’ quant’altro. Solo che lo ha fatto correndo come
fosse dopato. Il suo “nandrolone” non e’ piaciuto al mondo finanziario parente
di Chirac. E si’ che il progetto sembrava impregnato di quella grandeur
affrancante dal dominio americano che Oltralpe piace tanto. Anzi, Messier e’
andato proprio in America a fare la spesa. Figurarsi, allora, se gli americani
si lasciavano sfuggire l’occasione di piazzargli il colpo del Ko, non appena
possibile. Cosi’ e’ stato.
Una strana alleanza franco-statunitense lo ha
strozzato. Il rien-ne-va-plus con sottotitolo in lingua originale “It’s time” e’
stato suonato da chi l’economia l’ha sempre tenuta in mano e continuera’ a
farlo. Guadagnandoci, ovviamente.

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