L’Umts regala alla Pa i fondi per l’e-government

Forti tagli riducono i fondi per l’innovazione. Ma le opportunità sono molte, e non solo dalle gare

Febbraio 2003,
Anche la Pubblica amministrazione può essere un “cliente” interessante.
È vero, i fondi messi a disposizione dall’ultima Finanziaria non
sono ingenti, ma gli enti locali (come dimostra l’articolo sul comune di
Cinisello) sono impegnati nello sforzo di offrire migliori servizi ai cittadini
tramite l’utilizzo degli strumenti informatici. E-government sta diventando
la parola d’ordine.

Era uno dei fiori all’occhiello del governo Berlusconi. Il ministero dell’Innovazione
guidato da Lucio Stanca doveva tradurre in pratica una delle tre I (imprese,
Internet e inglese) che avevano caratterizzato la campagna elettorale del
Polo delle libertà. Poi è successo quel che tutti sappiamo:
le due torri, la crisi economica internazionale, e alla fine sono arrivati
i tagli di bilancio.
Che non hanno risparmiato Lucio Stanca e l’innovazione. Stanca, infatti,
è il ministro al quale Tremonti (o Berlusconi, scegliete voi) ha
decurtato maggiormente i fondi. Nel 2002 il bilancio di Palazzo Chigi metteva
a disposizione dell’ex top manager Ibm 277,36 milioni di euro che
nel 2003 sono scesi a 6 milioni di euro. Un taglio del 90% che riguarda
l’attività ordinaria del ministero, ma che fa il paio con i
fondi (scarsi) previsti in Finanziaria per l’innovazione che hanno
provocato le ire delle imprese riunite in Assinform.
La legge Finanziaria non è stata molto prodiga nei confronti dell’Ict.
Il tetto di spesa per sostenere l’acquisto di decoder e accesso alla
banda larga, come promesso dal ministro Gasparri, è passato da venti
a 31 milioni di euro, mentre è rimasto fermo a 75 euro il contributo
riconosciuto a persone, pubblici esercizi e alberghi che acquisteranno le
apparecchiature.
Il passaggio alla Commissione Bilancio del Senato ha poi introdotto una
novità. Si tratta di una riproposizione del “pc per gli studenti”
già realizzato dal precedente governo dell’Ulivo. In pratica, presso
il ministero dell’Economia sarà istituito un fondo speciale “Pc per
giovani” per incentivare l’acquisto di computer tra i ragazzi che compiranno
16 anni nel 2003. Un decreto dovrebbe stabilire le modalità della
richiesta. «Abbiamo semplificato il meccanismo del “pc per gli
studenti” che fece vendere solo novemila pc
– ha dichiarato il ministro
per l’Innovazione Lucio Stanca – con un fondo distinto dai cento milioni
previsti per le nuove tecnologie»
.
E a proposito dei cento milioni di euro per l’innovazione Stanca ha dichiarato:
«Sapremo moltiplicarli. Per esempio, daremo soldi agli enti locali
a condizione che essi investano nel progetto finanziato»
.

Il ministro, comunque, non si nasconde. «Ho di fronte un bicchiere
mezzo pieno o mezzo vuoto. Un fondo speciale finanzierà i progetti
decisivi per l’innovazione tecnologica come io chiedevo. Certo il fondo
riceverà cento milioni, meno di quanto sperassi, ma visti i tempi
rappresentano un segno di attenzione»
. La delusione del mondo
Ict, comunque, è forte.
Per fortuna che ci sono i soldi delle licenze Umts, parte dei quali andrà
a finanziare una serie di progetti il cui elenco è stato pubblicato
qualche tempo fa sul sito del ministero per l’Innovazione.
Su 377 progetti presentati ne sono stati ammessi 138. Di questi 40 appartengono
alla categoria dei servizi infrastrutturali e 98 in quella dei servizi per
cittadini e imprese. Al primo posto per i servizi infrastrutturali si è
piazzata la regione Toscana con A3 Cart che ha ricevuto 85 punti dalla commissione
incaricata della valutazione e un finanziamento di 820.000 euro.
«Il progetto – spiega Giancarlo Savoia, responsabile sviluppo
dei sistemi informativi dell’ente pubblico – si propone di definire
e distribuire una piattaforma di supporto alla cooperazione fra le applicazioni»
.
In pratica si tratta di una soluzione che permetterà l’interconnessione
fra i sistemi anagrafici dei comuni, dei centri per l’impiego per favorire
l’incontro fra domanda e offerta di lavoro e per l’automatizzazione delle
procedure di protocollo.
83 punti e 7.260.000 euro ha ricevuto invece People, il progetto presentato
dal Comune di Firenze. People è l’acronimo di Progetto Enti
Online Portali E-government che non si rivolge solo al capoluogo toscano,
ma comprende 57 enti di 13 Regioni diverse, per un totale di 7,5 milioni
di abitanti. Si tratta, infatti, di un progetto di e-government su scala
nazionale per la realizzazione di un portale on line che dovrebbe offrire
circa duecento nuovi servizi ai cittadini. Si parte dalla fiscalità
locale per arrivare al rilascio di autorizzazioni e concessioni e di servizi
delle anagrafi comunali.

Simile è l’idea del Comune di Napoli che ha ricevuto un punto in
meno di People e anche molti soldi in meno, visto che il finanziamento si
è fermato a 1.510.000 euro. Il Pmm partenopeo (Portale metropolitano
multicanale) prevede l’accesso ai servizi erogati da enti locali e territoriali
con sistema di front office usufruibile via Web, Wap, Sms, call center e
anche con sportelli piazzati nei luoghi pubblici.
I servizi a disposizione sono quelli classici (demografici, per la persona,
tributari dell’università) che con l’approccio multicanale
cercano di rivolgersi a tutti i cittadini e non solo a quelli muniti di
accesso a Internet. Per non alimentare un effetto “digital divide”
fra chi usa il Web e chi con Internet non ci azzecca il Comune ha pensato
anche a mezzi alla portata di tutti come il telefono o punti di accesso
come i tabaccai.
I 138 progetti dovrebbero dare una forte accelerazione ai servizi on line
per i cittadini e all’informatizzazione della Pa.
Già nel 2001 erano stati raggiunti risultati interessanti con una
serie di progetti che vanno dalla realizzazione di un sistema di interscambio
informativo tra i Centri autorizzati all’assistenza fiscale, i Comuni
e l’Inps per la condivisione delle informative necessarie alla gestione
delle prestazioni sociali erogate dall’Istituto o l’avviamento
operativo del sistema informatizzato dai pagamenti della Pa.
Sono solo un paio di esempi di progetti citati nella relazione 2001 dell’Autorità
per l’informatica nella Pubblica amministrazione che indica, però,
come sia carente l’automazione dei processi gestionali interni delle
amministrazioni, mentre sono per lo più in fase iniziale i sistemi
per la gestione direzionale (personale, contabilità analitica) per
il controllo di gestione e la gestione delle risorse umane.
Passi avanti ha fatto, invece, l’adeguamento dei sistemi e l’estensione
delle infrastrutture. Attualmente sono disponibili quattro posti di lavoro
automatizzati ogni cinque dipendenti informatizzabili. La disponibilità
di posti di lavoro è quasi totale negli uffici centrali delle amministrazioni
e negli enti, mentre inferiore è il livello di informatizzazione
nelle strutture periferiche delle amministrazioni centrali dove, comunque,
si è registrata una crescita del tasso di dipendenti informatizzabili
che è passata 65 al 75%. Aumenta anche l’utilizzo dei portatili,
con il 6% di dipendenti della Pubblica amministrazione che utilizzano strumenti
Hi-tech per il loro lavoro che hanno un notebook a disposizione.
Altri dati indicano un crescita di pc dotati di casella di posta elettronica
che passano dal 28% del 2000 al 37% del 2001, la diffusione delle intranet
e la crescita degli addetti Ict, che sono cresciuti dell’11% rispetto
al 2000. L’impegno di spesa per l’acquisizione di beni e servizi
informatici è stato pari a 1.886 milioni di euro, con un decremento
dell’1,1% rispetto all’anno precedente.

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