“L’integrità” dei server Hp per l’Adaptive Enterprise

La casa di Palo Alto ha rilasciato nuove macchine basate su Itanium, chiarendo le strategie di razionalizzazione in tre linee della propria gamma di server e sottolineando l’impegno nel consolidamento di un ecosistema. Novità anche nei cluster.

9 dicembre 2003 Hp ha annunciato nuove macchine della serie Integrity e due sistemi cluster di nuova generazione. Le novità si inquadrano nella strategia Adaptive Enterprise della casa di Palo Alto e puntano sull’adozione di sistemi standard per ridurre i costi e massimizzare il Roi, pur mantenendo elevate caratteristiche e prestazioni dei sistemi, grazie a un’avanzata ingegnerizzazione. Lo sostiene Roberto Fassina, product marketing manager di Hp, che ha altresì specificato come a contorno di tale strategia si sviluppano gli sforzi per la creazione e il consolidamento di un ecosistema che coinvolge, a oggi, circa mille Isv (Independent Software Vendor), destinati a diventare 2500 entro la fine dell’anno prossimo.


Dell’interessante architettura dei server Integrity si è già scritto su queste pagine, come pure della strategia tesa a fornire alle imprese gli strumenti per realizzare infrastrutture costruite sulle esigenze di business e pronte ad adattarsi ai rapidi cambiamenti delle stesse. Il cammino lungo questa strada prevede la progressiva aggiunta di vari tasselli, tra cui la migrazione verso tre linee di prodotti a consolidamento dell’attuale offerta di server Hp, che è attualmente strutturata nelle famiglie NonStop, Integrity, 9000/e3000, AlphaServer e ProLiant. In futuro, mettendo a frutto l’integrazione delle tecnologie e sposando la causa dello standard industriale, ci saranno le famiglie Hp NonStop (che già dal 2004 sarà basata su Itanium), Hp Integrity e Hp Proliant (che manterrà l’architettura IA-32).

A ciascuno il suo Os

Tre i sistemi operativi previsti per gli Integrity: Hp-Ux, Linux e Windows. «La scelta viene lasciata al cliente – ha affermato Fassina – in quanto Hp garantisce il massimo supporto per tutti gli ambienti». Il manager ha anche rivendicato il forte impegno della casa di Palo Alto sull’opensource, non solo tramite la partecipazione a diverso titolo a varie associazioni e consorzi, ma soprattutto nel lavoro di supporto a Isv, tra cui Oracle, Bea, Sap, Sendmail, CheckPoint e altri.


Il lavoro con i produttori di software, peraltro, è significativo per tutto quello che riguarda la piattaforma Itanium. Recentemente, per esempio, Hp ha realizzato l’IntegrityBootCamp, una manifestazione che ha visto il coinvolgimento di oltre 100 Isv. A 70 di questi (per gli altri non c’era spazio) è stato messo a disposizione un server Integrity e il supporto degli ingegneri degli Hp Labs e di Intel, Microsoft e Bea, per impostare il porting delle loro applicazioni. Nei tre giorni dell’iniziativa, il 92% degli Isv è riuscita a completare il 50% del porting e tutti hanno approfittato dell’offerta che consentiva di portarsi a casa la macchina per un anno al simbolico prezzo di mille euro.

Le nuove macchine

La famiglia Integrity è stata arricchita con tre nuovi modelli. Il primo, siglato rx4640, può ospitare fino a 4 Cpu Itanium2 con chipset zx1 ed è montabile in rack in 4U di altezza. Gestibile da remoto, dispone di 24 slot Dimm per un massimo di 48 Gbyte di memoria Ddr. Tra le altre caratteristiche: 8 slot Pci-X a 64 bit, scheda Lan Gigabit integrata, drive Ultra320 Scsi, Dvd e Ls240, alimentazione e ventole ridondanti.


Integrity rx7620 può montare da 2 a 8 processori Itanium2 con chipset sx1000 e dispone di: 64 Gbyte di memoria; 15 slot Pci-X; un media drive rimovibile (Dat/Dvd); 4 hard disk interni; doppio core di I/O; due hard partition. Appena superiore rx8620, che può scalare fino a 16 processori, ha 128 Gbyte di memoria, 16 slot Pci-X, 2 media rimovibili, 4 dischi interni, doppio I/O e due hard partition che diventano 4 con Iox.

Interessanti, in particolare, i nuovi sistemi cluster Hp Xc3000 e Xc6000 per l’high performance technical computing in ambiente Linux. I sistemi sfruttano l’esperienza realizzata con i cluster Sc con architettura AlphaServer, che si distingueva per l’alta scalabilità, la velocità di interconnessione, le caratteristiche di Single System Image, la distribuzione del file system e le elevate prestazioni elaborative. I nodi possono essere basati su Itanium (tipicamente Integrity rx2600) o su Xeon (ProLiant Dl360).


Di fatto, i nuovi sistemi Xc, come ha affermato anche Sergio Poletti, business manager della divisione High Performance Technical Computing dell’Enterprise Systems Group di HP, racchiudono le caratteristiche di una soluzione di grid computing.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome