Hp e Oracle credono nel cluster Linux con Itanium

Le due società, con l’avallo di Red Hat, hanno portato un cluster Linux ad avere le stesse performance di un sistema Smp, ma con un costo di gestione nettamente inferiore. Siamo forse a una svolta epocale?

10 dicembre 2003

Oracle, Hewlett-Packard e Red Hat sono riuscite nell’intento di parificare le prestazioni di un sistema cluster con quelle di una struttura Smp, utilizzando le stesse applicazioni, lo stesso hardware e lo stesso sistema operativo.


Si parla di database, fatto girare sotto Linux, su server con processori Itanium, e si tratta di un’esperienza che può essere catalogata nel registro delle cosiddette “killer application”, sia sotto il profilo delle performance, sia sotto quello del valore.


Il test è stato condotto con il benchmark per le transazioni online Tpc-C, utilizzando un cluster Linux.


La valenza della prova sta nel fatto che, solitamente, i cluster sotto Unix, Windows, o anche Linux sono generalmente fatti utilizzando il Tpc-C con database parallelizzati, qui Oracle e Hp hanno fatto arrivare un sistema cluster e uno Smp alle stesse performance, con lo stesso databade e gli stessi processori.


In passato, infatti, i test di clustering sono stati condotti con i Pentium 3 o 4, mentre quelli di Smp con architetture Risc/Unix.


In questo caso, invece, i processori utilizzati per le due piattaforme sono stati gli Itanium a 1,5 GHz, meglio conosciuti come Madison, che, nel caso dell’Smp sono stati montati su un superserver Hp Superdome Integrity, con sistema operativo Hp-Ux 11i e Oracle 10g Enterprise Edition.


Riguardo il cluster, per il quale il database soprastante è una versione grid di Oracle, va detto che ogni nodo è stato rappresentato da un Integirty server rx5670 a 4 vie, con 48 Gb di Ram e disco Scsi da 36 Gb. La memoria totale del cluster è arrivata a 768 Gb, e il collegamento a disk array Hp Modular San Array 1000, ha portato la dotazione di storage a 93,2 Tb.


Tutti i nodi del cluster hanno fatto girare Red Hat Enterprise Linux As 3.0, Oracle 10g e Rac (Real Application Cluster).


Le prestazioni raggiunte sono state pressoché identiche.


Differiscono, invece, i prezzi di acquisto e mantenimento dei sistemi, in una misura che potrebbe significare molto per i ceo attenti al Roi e al Tco delle soluzioni.


E’ stato calcolato, infatti, prendendo come riferimento i prezzi di listino e dei servizi di supporto, che la soluzione Smp costerebbe 2,3 volte di più di quella in clustering.


Certo, si tratta di cifre che stanno abbondandantemente nella classe delle sei cifre (di euro o di dollari, è lo stesso) e possono anche sfondarla. Ma i budget sono budget, a qualsiasi livello. Ciò che importa è validare l’affidabilità del clustering come mezzo per tenere alte le transazioni online e fare anche delle economie di esercizio. Hp, Oracle e Red Hat pare ci siano riusciti.

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