La prima volta del “Ses” a Milano

La Search Engine Strategies conference & expo riunisce anche in Italia gli specialisti del web marketing, della search engine marketing della comunicazione e pubblicità on line

Chi continua a credere che il search engine
marketing
sia un mercato di nicchia rischia di commettere un grave
errore. Nel mondo della comunicazione e della pubblicità le attività correlate
al posizionamento nei motori di ricerca unitamente ai nuovi servizi di
comunicazione ideati dai grandi search engine sono una realtà in grande crescita
che ha raggiunto dimensioni di tutto rispetto. E non è forse un caso che anche
il Ses (Search Engine Strategy conference &
expo
), la manifestazione di riferimento per gli specialisti del web
marketing e del Sem (search engine marketing) abbia deciso di aggiungere una
tappa italiana al suo corredo di eventi.


 


Il mercato italiano è sempre più vicino a quello dei maggiori
Paesi europei come sottolinea Daniele Sommavilla, regional director
Southern Europe di Nielsen NetRat
ings nella sua analisi: “Si è
ridotto il “divide” tra Italia ed Europa – spiega – siamo a oltre 30 milioni di
utenti, tra case e uffici collegate a Internet e la forbice con la Gran Bretagna
(36 milioni) è sceso sensibilmente rispetto al passato. Abbiamo raggiunto i
(quasi) 20 milioni di utenti attivi con 26 sessioni web per personale e 70 siti
visitati mediamente (al mese) che tradotto in tempo significa qualcosa come 35
ore di navigazione medie al mese. Tutti dati inferiori, ma sempre più vicini
alle statistiche dei Paesi di riferimento come Gran Bretagna, Germania e
Fran
cia”.


 


Ma al Ses l’attenzione è su una “fetta” importante dell’utenza
web, ovvero su tutti coloro che utilizzano i motori di ricerca per le loro
ricerche o per la loro navigazione. E come ricorda Sommavilla sono tanti, sempre
di più: “Stiamo parlando – precisa – di qualcosa come 15 milioni di
searchers, con una reach del 78% sugli utenti attivi, con un miliardo e 800mila
pagine viste e più di 110 pagione viste per persona
”.


 


E’ questo il primo dato che emerge dal Search Engine Strategies di
Milano: il navigatore italiano passa dai motori di ricerca. Una conferma questa,
se mai ce ne fosse stato bisogno, del fatto che un buon lavoro di posizionamento
sui search engine può decretare la fortuna o la sfortuna di un sito. E dunque
non a caso cresce il ruolo di quelle realtà come i search engine marketing, i
search engine optimizer, i web marketing manager che studiano costantemente le
regole di comportamento dei motori di ricerca e la loro evoluzione allo scopo di
consentire alle loro aziende o ai loro clienti di trarre il massimo profitto da
un corretto posizionamento. E per i Sem e i Seo che si sono dati appuntamento a
Milano le buone notizie non sono mancate.


 


Sempre Sommavilla ricorda che se buone notizie arrivano in termini
di utilizzo della rete per la raccolta di informazioni, è ancora modesta la
quota di visitatori che utilizza Internet per azioni di e-commerce. “Mentre
negli Stati Uniti l’e-commerce è vicino al 20% – osserva – in Italia siamo
ancora al 6%
”.


 


C’è molto da fare ma come aggiunge Mauro Lupi, presidente
di AdMaiora
, “il vero fenomeno da osservare si chiama Infocommerce,
ovvero il ruolo strategico di Internet presso tutti coloro che cercano
informazioni sulla rete prima di procedere ai loro acquisti
”. Acquisti che
perfezionano prevalentemente offline ma che decidono raccogliendo preziose
informazioni sul web. Anche questo fenomeno è determinante per spiegare il ruolo
crescente dei motori e la capacità che questi possono avere nell’influenzare i
potenziali clienti.


 


E su questo insiste Edoardo Mainella,
Operation manager di Google Italia
evidenziando la disparità tra
l’attuale composizione della spesa pubblicitaria e la struttura della “media
consumption
”. “La televisione – denuncia – assorbe oggi il56% degli
investimenti in advertising, giornali, radio e riviste il 42,8%, mentre a
Internet è assegnata una fetta decisamente sottile dell’1,2%. Al contrario –
prosegue – se si guarda al reale utilizzo di questi media si scopre che la
televisione presenta oggi una media consumption di 13 ore settimanali mentre
Internet è già a 14 ore
”. Una buona ragione dunque per reclamare maggior
attenzione (e maggiori investimenti) sul lato advertising.
Ma non è la sola
ragione. “Con Internet e in particolare con i motori di ricerca – prosegue
Mainelli – è avvenuta una vera e propria inversione nel paradigma della
comunicazione. Non più un messaggio concepito per un segmento di pubblico e
proposto in varie forme e vari media, bensì un messaggio pubblicitario che è
attivato dall’utente stesso sulla base di una sua specifica richiesta e di una
sua naturale profilazione
”.


 


Ed è proprio questo il segreto del successo di tutti
i servizi di comunicazione e advertising sui motori di ricerca, un segreto ben
sintetizzato dalle parole di Mauro Lupi: “Al motore di ricerca non si dicono
mai bugie. Quando si effettua una ricerca non ci sono mediazioni, si cercano i
termini, le associazioni di parole, la sintassi più immediata e naturale. E in
questo modo – conclude – ci si profila automaticamente e
naturalmente
”.


 


Un utente che si autoprofila e che spiega attraverso
la propria ricerca quali sono i propri gusti è un utente prezioso, un potenziale
cliente che con molta probabilità intende procedere oltre nella navigazione e
magari anche nell’acquisto. Il vero problema è proporgli delle risposte
pertinenti, corrette, precise. Insomma fargli trovare quello che cerca, senza
(eccessive) forzature. E questo è l’altro grande tema del Ses, la componente
etica” ed “ecologica” del search engine
marketing, ovvero la capacità di influenzare in modo diretto e indiretto i
risultati delle ricerche dei motori di ricerca fornendo risposte soddisfacenti
ai “searchers”.


 


La conclusione di questa prima giornata di lavori è
che il ruolo del Seo e sarà sempre più determinante ma non tanto per la sua
capacità di individuare le parole chiave utili a rappresentare un prodotto, un
servizio o un’azienda, o per architettare un processo di ottimizzazione dei
siti, quanto per definire una chiara strategia di comunicazione dei siti che
tenga conto di un’analisi sociologica, linguistica, attitudinale, tecnologica e
funzionale del pubblico e dei clienti di una determinata azienda.


 


Con la consapevolezza che i risultati delle ricerche,
sia quelli organici o naturali, sia quelli frutto di una pianificazione, devono
essere frutto di una attenta analisi e di un chiaro posizionamento di mercato.
Perché, come conclude Mauro Lupi, “nelle aziende c’è sempre più bisogno
di una specifica azione di “public relation” e di pianificazione della
comunicazione con i motori di ricerca
”. Ovvero c’è sempre più bisogno
di Seo che affianchino le web agencies o le strutture web interne.


 

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