La logistica di magazzino regno delle tecnologie Rfid?

Un paio di case history presentate dall’Osservatorio del POlitecnico di Milano

Secondo il linguaggio dell’Osservatorio del Politecnico di Milano sulle
tecnologie Rfid, quello della logistica di magazzino è un cluster ricco di
progetti e analisi, ma ancora popolato di applicazioni in fase esecutiva. Si
tratta di applicazioni a supporto dei processi logistici tipici di un centro di
distribuzione delle merci e che quindi sono molto simili nei loro elementi
essenziali in tutti i settori industriali. In termini generali questi progetti
hanno l’obiettivo di valutare l’applicazione di tag Rfid di tipo passivo per
l’identificazione univoca delle unità di movimentazione all’interno dei
magazzini. I benefici rispetto alle tecniche tradizionali (codice a barre)
potrebbero essere molteplici. In primo luogo una maggiore produttività
nell’identificazione delle unità di movimentazione (in pratica cartoni o singole
unità della merce) e poi una maggiore accuratezza nell’identificazione della
merce, in relazione alla totale automazione nella lettura dei codici
identificativi. Infine, come risultato dei due elementi precedenti, una
riduzione delle differenze inventariali tra scorta ficia e contabile.

Unilever Italia – Divisione Icre cream & frozen food
La società ha svolto alcuni test per verificare la possibilità di implementare la tecnologia Rfid in modo da ottenere miglioramenti in diverse aree, dalla produzione al confezionamento fino alla spedizione. La tecnologia potrebbe anche garantire la corretta rintracciabilità dei prodotti lungo la filiera rispettando la normativa europea. Infine, si dovrebbe aggiungere che le etichette intelligenti potrebbe semplificare il lavoro degli addetti che si trovano a operare in ambienti ostili come le celle di stoccaggio (con temperature di trenta gradi sotto zero) nelle quali l’operatività richiesta dalla tecnologia bar code risulta molto difficoltosa. Per il primo test, eseguito in Italia nel settembre 2003, sono stati impiegati tag passivi che operano alla frequenza di 13,56 MHzed è subito emersa l’incapacità dell’Rfid di comunicare correttamente sia per la ridotta distanza di lettura sia in presenza di acqua e metallo. L’azienda ritiene che la taggatura porterà vantaggi significativi quando potrà essere applicata a livello di collo. In questo momento Unilever è in situazione di attesa ritenendo che la tecnologia non sia ancora matura.

Consorzio latterie sociali mantovane Virgilio
Il Consorzio comprende 96 aziende e si occupa della
produzione di formaggi e dell’allevamento di suini. Virgilio utilizza la
tecnologia Rfid per l’identificazione delle forme di grana e parmigiano. Le
forme subiscono alcune lavorazioni e il rischio che il numero univoco impresso
sulla placca di caseina si consumi e diventi illeggibile è alto. Si è pensato
quindi di collocare un microchip al di sotto della placca. In questo modo si
riesce a identificare e seguire la forma lungo tutte le fasi aggiornando le
informazioni con le operazioni eseguite. Il Consorzio ha svolto due
sperimentazioni dalle quali non sono emersi problemi tanto che si pensa di
estendere l’utilizzo delle etichette anche alla rintracciabilità dei prosciutti.

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