La co-innovation al centro dell’IoT di Sap

L’Internet delle cose trova ampio spazio nella strategia di Sap, a maggior ragione se integrato con Hana. Lo sostengono, Francesco Mari, Vice President Product and innovation strategy Internet of Things, Products & Innovation della società, e Zoran Radumilio, Innovation sales director, che parlano di un percorso di innovazione continuo, e, soprattutto, di “una forte collaborazione con il mondo delle imprese, in un processo di crescita comune”.

Soluzioni end-to-end – L’IoT rientra a pieno titolo nella mission aziendale di offrire “soluzioni end to end che abilitano la digitalizzazione delle imprese” e che indirizzano tre esigenze chiave: gestire la complessità, riducendo costi che nelle prime 200 grandi aziende al mondo toccano il tetto di 237 miliardi di dollari, sfruttare meglio il valore dei dati, accelerare il percorso di digitalizzazione.
Il mercato di riferimento è quello di cui da tempo si parla: un mondo di oggetti connessi, destinato a raggiungere i 75 miliardi di dispositivi entro i prossimi cinque anni.
Un mondo nel quale Sap propone Hana come piattaforma di riferimento, in grado di indirizzare mondi che includono edifici, veicoli, città, retail sanità, costruzioni, utilities, uffici, miniere e giacimenti petroliferi, tutti “rivisitati” in ottica smart e connected.
“Grazie all’Internet delle Cose – sostiene Radumilio – è possibile ripensare e semplificare i processi, con evidenti benefici in termini di gestione, previsione e ottimizzazione delle risorse e una conseguente riduzione dei costi e una parallela crescita dei profitti”.

Il software al centro – Sap, è evidente, pone il software al centro dell’attenzione: capacità analitica e orchestrazione saranno i pilastri sui quali poggeranno i flussi di dati generati da quei 75 miliardi di dispositivi connessi attivi.
È un percorso evolutivo, non diverso, nella visione di Francesco Mari, da quello che ha accompagnato in questi anni lo sviluppo del Web.
Esattamente come oggi l’ossatura portante di Internet è un mix di prodotti e servizi innovativi, come quelli erogati da realtà come Amazon, Google, Netflix, di infrastruttura software e di infrastruttura fisica, la vara Internet delle Cose “deve includere prodotti e servizi innovativi, come quelli erogati da un’azienda come Sap, infrastruttura software, ovvero strumenti di connessione e di gestione, infrastruttura hardware, in questo caso sensori, attuatori, dispositivi di comunicazione”.

Chiudere la cesura tra IT e OT – La vera sfida, secondo Mari, è quella di chiudere la cesura che al momento ancora separa l’It, così come oggi la concepiamo, e l’OT, ovvero l’Operational Technology, nella quale rientra ad esempio tutta la sensoristica.
“IT e OT al momento utilizzano tecnologie diverse, afferiscono a diversi centri di gestione e responsabilità, richiedono skill, competenze e profili professionali diversi, addirittura si basano su codici e standard diversi. Concretamente questo significa che spesso i modelli e le decisioni di business vengono costruiti basandosi su informazioni approssimative. C’è sempre un ritardo tra ciò che accade e il suo riflesso sui sistemi informativi aziendali: esattamente il contrario di ciò che serve quando si tratta di prendere decisioni in tempo reale”.

S/4 Hana è la risposta – La soluzione, secondo Sap, è S/4 Hana, la piattaforma in grado di gestire tutte le componenti di un progetto IoT e, soprattutto, in grado di ridurre la complessità, rendendo nel contempo disponibile una capacità predittiva indispensabile nelle fasi decisionali.
“La risposta alle esigenze delle imprese sta in una nuova e corretta gestione del dato”, spiega Mari, consapevole, tuttavia, che questa opportunità al momento si applica inevitabilmente alle realtà di dimensioni importanti, ma fortemente convinto che l’approccio col tempo potrà estendersi anche ad aziende di dimensioni più contenute, purché in possesso di una importante massa critica di dati.

Trenitalia il progetto più importante – Non è un caso che i primi esempi reali citati dai manager siano realtà come Trenitalia, con cui Sap ha avviato quello che definisce il progetto IoT più ambizioso mai realizzato, tanto da essere considerato best practice mondiale.
“Parliamo di manutenzione predittiva degli asset, ovvero utilizzare tutte le informazioni che provengono dai sensori per comprendere il comportamento di una macchina e superare il concetto di manutenzione programmata”.
La sperimentazione, in realtà un progetto congiunto Sap e Trenitalia, in un’ottica di co-innovation, è il Frecciarossa 1000, a bordo del quale sono installati qualcosa come 5000 sensori. Una volta a regime, ovvero implementato su tutta la flotta Trenitalia coinvolta, si parlerà di un flusso annuo di informazioni pari a 700 terabyte, che se ben utilizzati potranno generare un risparmio dall’8 al 10 per cento sulle spese di manutenzione.

Far crescere il porto di Amburgo – Un approccio simile è quello adottato con l’Autorità portuale di Amburgo: in questo caso la necessità è quella di aumentare la capacità senza però poter intervenire sulle dimensioni fisiche della struttura. La risposta? Creare una interconnessione tra tutte le strutture che sono collegate al porto, vale a dire ferrovie, strade, corsi d’acqua e tutto quello che rientra in un flusso logistico. Dalla corretta gestione del flusso di dati, che converge verso un unico sistema centrale, deriva la possibilità di tracciare la posizione di ogni singola nave, sincronizzando tutte le azioni logistiche connesse al suo arrivo in porto,
Il risultato è evidente: la capacità operativa del porto è aumentata del 50 per cento rispetto alla situazione precedente.
Farming, smart city, smart mobility sono le altre aree sulle quali Sap sta già lavorando.

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