KpnQwest: fare datacenter a Milano

Quattro strutture attive per i servizi corporate. E tramite Kolst.it quelli di hosting, e-mail e cloud sono “a cinque nove e mezzo”.

Forte crescita nel numero di domini e di spazi webhosting registrati per Kolst.it, la realtà milanese di proprietà KpnQwest Italia.
La struttura fornisce anche servizi di outsourcing della posta elettronica, come MyMailServer e ha lanciato la piattaforma di cloud computing Kloud, basata su Vmware vSphere e disponibile in quattro tagli.

I servizi di Kolst.it si avvalgono di due infrastrutture gemelle collegate in fibra, per servizi ad availability del 99,9995%. L’helpdesk dell’intera struttura milanese è a due livelli, con 65 persone.

Datacenter a investimento continuo

È dunque il sito di Milano il cuore pulsante dell’offerta sia di Kolst, sia di KpnQwest, e si basa sui quattro datacenter della società, cresciuti nel corso degli anni.
Il primo risale agli anni 90, quando fu progettato con il principio della massima densità.
L’ultimo è invece il fiore all’occhiello quanto a efficienza energetica, come ha spiegato il direttore tecnico Danilo Salvalalio.

L’intero sito di Milano è ingegnerizzato dal punto di vista energetico.
Si tratta di un Centro tier 2, con ingresso di fornitura energetica dall’utility (A2A), con cabina di trasformazione.
C’è ridondanza di alimentazione: in caso di guasto di un trasformatore ne entra in azione un secondo.
C’è un generatore dedicato per ogni datacenter.

Degli Ups fanno da tampone fra il black out e l’entrata a regime del generatore: servono 20 secondi.

Gli Ups sono ridondati e modulari, accendono e spengono unità in modo intelligente.

Nei datacenter efficientati viene imbrigliato il canale freddo, con rack chiusi, in modo che i condizionatori peschino aria calda e non fredda.

Per Salvalalio questo significa un risparmio energetico del 10-15%.
La struttura dispone di due tipi di rilevazione incendio, infrarossi e aria.
In caso di fuoco lo spegnimento avviene con gas inerte.

Salvalalio sta studiando il quinto datacenter: «dovrebbe partire fra due anni, sarà pensato ancora piú in termini di energy saving. magari con il free cooling, pescando aria fredda dall’esterno».

KpnQwest utilizza i datacenter per fornire quattro linee di prodotto corporate: servizi di colocation, di connettività xdsl, cdn fibra, wibro su frequenze non regolamentate, di messaggistica, sms, fax, ibrido, massive mailing, di Pec e archiviazione sostitutiva.

Fra gli utenti c’è anche Emergency. Il Cio dell’organizzazione no profit, Alberto Almagioni, ha spiegato di essere ospite (in colocation) di KpnQwest da tempo. Dispone di server di posta, con exchange in cluster, per il Web e il database, e di una macchina per il Single Sign on. Ha anche un piccolo server ftp «per chi è in giro», ma come ha detto eloquentemente, «a botte di Dropbox sta diventando inutile».

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