Juniper dal Nasdaq al Nyse con l’ecosistema Junos

Cambio di Piazza per la società, che annuncia le proprie strategie di prodotto e alleanze per la prossima decade.

Ci son date simboliche, che assumono una valenza speciale.
Juniper Networks ne ha scelto uno, di questi giorni speciali, per una serie di annunci che interessano sia l’ambito tecnologico, sia quello strategico, sia, ancora, quello economico.
Il 29 ottobre 1969, come ha ricordato il Ceo della società Kevin Johnson, è stato il giorno della nascita di Arpanet. E il 29 ottobre di 40 anni dopo, Juniper Networks annuncia il proprio passaggio dal Nasdaq al Nyse, oltre a una serie di novità che ridefiniscono la sua strategia in termini di software, di soluzioni e di partnership.

Il passaggio al Nyse è un momento importante per la società, celebrato, di nuovo con una forte valenza simbolica, con lo stesso Johnson chiamato a suonare la campana di inizio contrattazioni, puntualmente alle 10 del mattino nel salone più famoso di Wall Street.

È toccato poi al Ceo del Nyse, Duncan Niederauer, aggiungere qualche dettaglio in più sull’operazione, che vede Juniper operare anche come partner tecnologico della Borsa, in particolare con i datacenter del New Jersey e di Londra.
«Del resto – spiega più tardi Laureen Flaherty, executive vice president e chief marketing officer, – entrare al Nyse significa entrare in una comunità nella quale ci sono tutte le aziende più interessanti per noi, da un punto di vista di opportunità di business. Essere qui, dunque, significa ampliare la portata della nostra azione commerciale».


In concomitanza con l’ingresso al Nyse, Juniper ha però scelto di lanciare ufficialmente nuovi prodotti e soluzioni, destinati a preparare il terreno alle reti di nuova generazione, «alle reti del prossimo decennio», secondo la visione di Johnson.
La proposta di Juniper punta alla creazione di un ecosistema articolato, nel quale trovano spazio nuove soluzioni hardware, una piattaforma software, soluzioni e partnership.

Le novità ruotano naturalmente intorno a Junos, la piattaforma che comprende tutti i tasselli della proposta Juniper.
Si parte con i nuovi processori della famiglia Junos One e in particolare con i nuovi chipset Trio, con tecnologia di scaling 3D.

«Scaling 3D –
spiegano in Juniper – significa aggiungere flessibilità alle reti, con capacità di modulazione in base all’ampiezza di banda, al numero di utenti e al numero e alla tipologia di servizi richiesti».
E sui Trio Juniper punta davvero molto, dal momento che – una piccola nota di vanto – consentono di scaricare l’intera Biblioteca del Congresso in dodici secondi.

I Junos Trio, come ricorda Lauren Flaherty, non vivono di vita propria, ma sono inseriti in una proposition completa «che include schede, router – rinnovati anch’essi nella Serie Mx -, switch e, naturalmente, software».

«Space è un network application layer – spiega Mike Harding, vice president e general manager della divisione Junos Space – e siamo convinti possa essere un’ottima opportunità anche per gli sviluppatori. È un rich frame work, che in questo momento include tre livelli applicativi: un Ethernet Activator, un Route Analyzer, e Service Now, per automatizzare le fasi di diagnostica. Il prossimo anno, renderemo disponibile un software development kit, che crediamo possa servire a coinvolgere gli sviluppatori».
Tutto questo ha come obiettivo lo sviluppo di infrastrutture sicure, dinamiche e, soprattutto, orientate al cloud, nuovo paradigma anche per Juniper.

L’ultimo tassello di questo complesso annuncio è rappresentato dalle alleanze e Juniper ne ha annunciate due importanti con Dell e Ibm, che proporranno i suoi sistemi nel quadro delle loro soluzioni per data center cloud ready. Ma accanto a questi due nomi, altri compaiono, che hanno già realizzato o sono pronti a realizzare applicazioni basate su Junos. Un nome italiano? C’è: Telecom Italia.

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