Juniper guarda alle nuvole

La società conferma il proprio ruolo “pure play” e annuncia una nuova iniziativa in prospettiva cloud computing.

La parola d’ordine per Juniper è pure play.
Un po’ come ribadire un’identità. Un po’ come ribadire un impegno. Un po’ come ribadire una diversità rispetto a chi pure play non lo è o non lo è più.

Naturalmente quel “qualcuno“, le cui attività oggi spaziano dai telefoni ai server si chiama Cisco, anche se il nome resta pur sempre sottaciuto.

In realtà a Juniper interessa ribadire il proprio focus e la propria strategia, che sono e restano incentrati sull’High Performance Networking. Senza compromesso alcuno e con quella forma di agnosticismo di base, che fa del sistema operativo Junos la sola pietra angolare sulla quale poggiare tutto lo sviluppo, lasciando poi al cliente o al partner la libertà di decidere cosa meglio si adatta alle sue esigenze in materia di server o di architetture It.

Forte della propria competenza tecnologica e delle crescite maturate nel corso dello scorso anno (chiuso a 3,57 miliardi di dollari, con un +26% rispetto al precedente esercizio), Juniper conferma oggi il proprio impegno a investire in ricerca e sviluppo e fissa a 840 milioni di dollari le spese R&D previste per l’esercizio in corso, contro i 648 milioni del 2008.

Conferma però anche la necessità di comunicare meglio, rispetto al passato, con un occhio attento alle tendenze e ai mercati. Perchè è sì vero che, come ricorda il Vice President Worldwide Field Operation john Morris “le aziende comprano tecnologie, non marketing“, ma è anche vero che è un’area nella quale l’azienda si è finora fatta sentire con minore efficacia.
Non è dunque un caso che a bordo, dallo scorso mese di febbraio, sia salita Lauren Flaherty, forte non solo della precedente esperienza in Nortel, ma soprattutto dei 26 anni trascorsi in Ibm, dove ha seguito le attività di marketing in particolare per tutto il mondo As/400.

Oltre a una serie di nuovi annunci in area switching e routing, Juniper sta mettendo in questo momento a punto la propria strategia sui data center di nuova generazione. E in questo ambito non poteva mancare un riferimento preciso a quanto orbita intorno al cloud computing.

Con tutta una serie di distinguo importanti, che vanno dalla constatazione di quanto in effetti manchi una definizione univoca di cosa sia il cloud computing alla comunicazione che nel portafoglio Juniper soluzioni che ben si integrano in un progetto cloud già ci sono.
In realtà, parlando di cloud, Juniper pensa a qualcosa di più strutturato. A una soluzione end to end, ma soprattutto a un approccio differente.
La soluzione si chiama Stratus e il riferimento agli stratocumuli non è casuale. Si tratta, o meglio si tratterà, di un’idea di connettività single-layer, in un unico strato. Un unico switch logico al centro di una rete che costituirà la sostanza del data center.
In fase di sviluppo, Stratus è destinata a vedere la luce non prima di un paio di anni.
In fondo si tratta di un percorso graduale. In questo momento è importante concentrarsi su uno dei temi fondamentali per il mondo delle imprese e dei service provider: la riduzione del Tco, ottenibile attraverso la riduzione dei costi di manutenzione, grazie anche e soprattutto all’adozione di Junos, attraverso il consolidamento, attraverso la virtualizzazione.

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