Hp, Intel e Oracle, uniti appassionatamente nel nome del processore.
Quella che segue è una sintesi delle ultime dichiarazioni di intenti riguardo Itanium che Hp, Intel e Oracle hanno fatto seguire alle rivelazioni degli analisti che hanno preconizzato per la piattaforma tecnologica un fulgido futuro (dandolo in crescita, per il 2009, fino a 6,6 miliardi, contro i 2,4 attuali).
Hp ha sottolineato il credo nella piattaforma (che ha contribuito a sviluppare, insieme a Intel) per bocca del proprio Ceo, Mark Hurd, che tramite un webcast ha dichiarato che la sua società investirà nei prossimi cinque anni altrettanti miliardi di dollari. Destinatari dell’investimento la ricerca e sviluppo e i servizi su hardware e software da prestarsi sui server Integrity. Il fine dell’attività, per gli utenti, sarà quello di creare ambienti d’utilizzo business il più possibile automatizzati e gestibili da remoto, agendo sulle leve della virtualizzazione, della sicurezza e dell’automazione.
Intel, da parte sua, e tramite il ceo, Paul Otellini, ha manifestato la volontà di lanciare entro la metà dell’anno il primo chip Itanium dual core, ovvero Montecito, che sarà portatore di tecnologie di virtualizzazione e di hyperthreading. Secondo impegno per la casa di Santa Clara, una roadmap di Itanium fino al 2010, che dovrà contemplare il rilascio di quattro nuove generazioni di chip.
Infine, Oracle. Entro la fine dell’anno la società supporterà la E-Business Suite sulla piattaforma Integrity. In estensione, poi, il supporto delle tecnologie di partizionamento Hp Virtual Server Environment, in modo tale che gli utenti con server partizionati possano pagare solo per il numero di processori utilizzati per le applicazioni Oracle, escludendo quelli coinvolti in altri task. In sostanza, si tratta di uno sconto, rispetto al passato, a testimoniare che quanto detto da Larry Ellison in un video messaggio (per Oracle la piattaforma Itanium-Hp è molto importante”) è vero.
