Itanium alla riscossa?

Secondo Idc, i server a 64 bit Intel soddisfano gli utenti. Tanto che nei prossimi anni cresceranno del 35%.

Si prospetterebbe un buon futuro per Itanium. La piattaforma server a 64 bit di Intel, ormai “vecchia” di una decina d’anni e finora mai capace di un vero sfondamento nel mercato, starebbe infatti guadagnando consensi. A sistenerlo è Idc, che basa le proprie considerazioni sulle risposte fornite da 501 membri del proprio Enteprise server customer panel. Ebbene, gli utenti di sistemi Itanium-based interpellati dall’analista sarebbero così soddisfatti da prevedere nuovi investimenti nell’area. Non solo, perchè oltre due terzi degli utenti di server su piattaforma Hp Pa-Risc intervistati avrebbero intenzione di migrare a sistemi Itanium.


Idc arriva addirittura a stimare, per i prossimi cinque anni, un incremento annuale del 35% per il mercato dei server Itanium, rispetto al lento +3,4% che si aspetta dal settore server nel suo complesso. Una visione decisamente ottimistica, questa, che nei fatti si scontra con la fotografia attuale del comparto, ancora piccolo in termini numerici e non così diversificato, e dunque competitivo, in termini d’offerta da parte dei vendor.


Attualmente, la classifica di venduto dei server Itanium è dominata dalla gamma Integrity di Hp, che dichiara di aver generato con queste macchine entrate pari a 1,6 miliardi di dollari nel 2005. Non molto, in realtà, dato che la cifra corrisponde più o meno al 2% del fatturato della società. Ibm, ex seconda in classifica, ha da tempo deciso di dismettere la produzione su Itanium privilegiando, per l’ambito high end, la propria piattaforma Power.


Ma quella con le architetture Risc non sarà l’unica sfida che la piattaforma di Intel dovrà afforntare. C’è una questione più generale che caratterizza l’attuale contesto del server computing, con particolare riferimento all’Europa occidentale. Il mercato dei server nel Vecchio Continente, infatti, è maturo, praticamente saturo. La considerazione viene sempre da Idc, che valuta in 5.5 milioni di macchine l’attuale base installata europea, con Hp e Ibm che, insieme, si aggiudicano il 59%.


Nello studio “European server installed base market shares and forecasts 2004-2009”, l’analista sostiene che le vendite nel futuro prossimo saranno più che altro di sostituzione e di upgrade, e che pochi spazi vi saranno per la fornitura di sistemi aggiuntivi, deputati a nuovi compiti, presso nuovi clienti. Un consiglio ai produttori, dunque: puntare sulle esigenze degli attuali utenti, piuttosto che su caratteristiche e funzionalità da inserire in nuovi sistemi.

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