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Italia dei droni al primo punto di svolta

Dove va l’Italia dei droni? È questa la domanda sottostante la terza edizione di Roma Drone, l’evento che Mediarké dedica a questo argomento insieme ad una serie di seminari più verticali durante tutto l’anno.

 

La domanda è più che lecita, perché questo settore, che nelle cronache giornalistiche è molto vitale, in realtà si trova davanti ad un momento di impasse tutt’altro che trascurabile.

Tre le sfide principali: la specificità della normativa italiana, la lotta all’abusivismo e la ricerca di commesse pubbliche.

Le nostre norme, in continuo divenire, sono comunque soggette ad una forza di uniformazione con le regole europee, per le quali si attende una schiarita definitiva nel prossimo mese di giugno, con semplificazioni per gli ultraleggeri. Nel momento in cui saremo più uniformi, però, gli operatori esteri, spesso più forti dei nostri -non solo i cinesi-, troveranno più semplice proporsi anche sul nostro territorio. Per crescere, gli italiani dovranno aver successo anche sui mercati esteri.
Anche la lotta all’abusivismo mostra una doppia faccia. Se è vero che l’abusivo promette servizi e risultati a prezzi bassissimi e di qualità altrettanto bassa, ma non riconoscibile dal committente, è anche vero che il loro numero sembra maggiore di quello di chi è in norma, dato che Enav ha rilasciato 150 “patenti” per operatori e circa 1.800 “autorizzazioni”, delle quali 1.300 ad aziende con un solo drone in flotta.
La ricerca di commesse pubbliche, infine, è da sempre una richiesta degli italiani, che difficilmente viene esaudita. A nostro avviso il settore pubblico ha già le sue difficoltà nell’aggiornarsi su altri settori -si pensi all’Ict e alla sicurezza-, per cui difficilmente riuscirà ad affrontare anche i robot volanti. Più semplice appare affidarsi al settore impiantistico, che ha necessità di rielaborare il processo complessivo nell’ottica di ridurre le spese di esercizio e che nei droni trova un alleato essenziale.

L’intervista a Tommaso Solfrini di Italdron

tommaso solfrini italdronDi tutti questi temi abbiamo parlato con Tommaso Solfrini, Sales Manager di Italdron.
Avete tanti modelli, anche impegnativi: che numeri potete dare?
Siamo una grande azienda in un mercato ancora piccolo, che nei numeri ancora non fa numeri industriali, ma che si pensa li farà: ecco perché abbiamo investito molto in R&S

I media raccontano molte storie, ma cosa sanno fare davvero questi device?
Bisogna ammettere che oggi i droni non fanno quello che si attribuisce loro: alcune sono prospettive, altre leggende. Noi pensiamo che i droni debbano essere funzionali e sicuri, in mondi per i quali l’obiettivo non è la ripresa video, ma bisogni veri come topografia, termografia, ispezione di grandi impianti. Con i droni si può fare monitoraggio di abusi o di dissesti anche geologici, spostando alla prevenzione quello che oggi accade solo a disastro avvenuto. Integrandoli nell’attività si possono migliorare sensibilmente i processi complessivi di erogazione del servizio”.

Ci può fare un esempio?
Il mercato dei servizi è già molto maturo e ci sono molti operatori che possono erogarli, forse in quantità superiore alla domanda attuale. Bisogna però andare a vedere quali mercati ne hanno effettivo bisogno. Rfi ha circa 5.000 punti di accesso non facile che per essere ispezionati richiedono investimenti e blocchi del traffico dalle conseguenze molto estese”.

Rispondere a queste esigenze richiede una forza lavoro non indifferente: quel è la vostra proposta?
Stiamo sviluppando una rete di professionisti adatti a compiti reali. Abbiamo un ufficio interno organizzato per erogare training su svariati settori, tra i quali pilotaggio, fotogrammetria, topografia, simulazione di lavoro reale. Per noi sono essenziali tutte le fasi della filiera: gestione ed attendibilità dei dati, il postprocessing, la restituzione dei dati al cliente, tutte fasi specifiche rispetto al volo del drone in sé.Inoltre forniamo servizi di analisi scenario normativo o messa in sicurezza d’un cantiere, necessari se si vuole operare nei rispettivi ambiti, e che vanno integrati con le esigenze del volo o dell’analisi”.

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