Iona uguale Soa

Pronta la versione 4.0 dell’Enterprise service bus Artix. Introduce, tra le altre cose, l’orchestrazione dei processi.

L’approccio di Iona alle Services oriented architecture parte dai suoi asset storici, che sono quelli di Corba e dell’integrazione realizzata in mezzo ad ambienti eterogenei. La piattaforma deputata allo scopo è Artix, l’Enterprise service bus che, con la versione 4.0 appena annunciata, non solo ha solo migliorato caratteristiche già presenti, ma ha anche integrato elementi importanti.

In pratica, sopra l’Esb Iona sta man mano aggiungendo tutti quei tasselli necessari alla concezione dell’ecosistema Soa, così come sono resi disponibili da altri fornitori di infrastruttura con competenze più generali.

La piattaforma Artix 4.0, dunque, include una porzione di Service orchestration basata su Bpel (Business process execution language) necessaria per comporre servizi partendo da sotto-servizi distribuiti sulle varie piattaforme. Nuovi sono anche i Data service per accedere, integrare e scambiare dati esistenti in database differenti: in pratica, i dati vengono esposti come servizi. Qui, come per la service orchestration, è possibile sviluppare funzioni ad hoc tramite tool di sviluppo Eclipse-based.

Artix 4.0 Aggiunge poi il supporto di Ws-Rm (Reliable messaging) e quello di Jms (Java messaging service) come Api standard per la messaggistica, che si aggiunge così al novero dei protocolli di trasporto supportati. Infine, l’ambiente migliora l’integrazione con ambienti mainframe z/Os al fine di meglio consentire l’esposizione in servizi delle funzioni espletate sui sistemi legacy.

Iona ha già in mente di allargare la proposta con altri tasselli: «Ora ci siamo concentrati sul perfezionamento della parte Esb – racconta Sean Baker, chief corporate scientist della società nonché socio fondatore -. Ma lavoreremo per completare l’offerta, sicuramente sulla parte di registry e poi per l’importante porzione della gestibilità». E Massimo Cazzaniga, regional director Southern Europe, puntalizza: «Considerando il positioning, ora offriamo certamente un approccio più ampio a Soa. Vogliamo essere un player di riferimento per una parte significativa delle Soa».

Per chiarire ulteriormente le intenzioni, il vendor ha semplificato il modello di pricing: se prima c’erano due versioni di Artix, standard e advanced, ora ce n’è una sola, con lo stesso kernel, sulla quale si possono aggiungere gli adapter che portano le varie funzionalità: dall’alta disponibilità, alla sicurezza all’orchestrazione.

L’approccio incrementale e l’intento di Iona di posizionarsi come abilitatore di Soa non solo per progetti complessi (tipicamente, i settori Tlc e financial, che sono quelli indirizzati attualmente) è evidenziato dalla scelta di proporre anche una versione open, gratuita, del proprio Esb: si chiama Celtix ed è gestito dal consorzio ObjectWeb. Non fornisce le funzioni più sofisticate di Artix e supporta solo Java, ma comunque può servire necessità di integrazione point to point o di implementazioni single vendor.

Circa tre mesi fa, Iona ha rilasciato package di servizi di supporto dedicati a Celtix (questi sono a pagamento). «Ma, anche se Celtix non portasse nemmeno un dollaro aiuterebbe comunque Iona a posizionarsi al centro del mondo Soa», ha commentato Baker.

Tre esempi testimoniano l’utilizzo dell’infrastruttura Iona con finalità assai diverse. Poste Italiane ha avviato un progetto “strategico”: la business partner integration per permettere ai partner di erogare servizi tramite il network delle Poste.

Qui il fattore eterogeneità è forte, dato che, come ha sottolineato Baker, «Poste Italiane non è nella condizione di dettare la tecnologia ai partner, deve essere neutrale». Per l’operatore mobile del regno Unito O2, invece, l’iniziativa è “tattica”, tesa a rimpiazzare una soluzione di integrazione hub centrica che non funzionava a dovere. Per Credit Suisse, infine, si può parlare di un progetto di ottimizzazione dell’esistente che già dai primi anni 2000 aveva sposato, con Corba, un approccio Soa.

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