Home Mercato Intervista a Roberto Vismara di Manhattan Associates: il digitale per la continuità...

Intervista a Roberto Vismara di Manhattan Associates: il digitale per la continuità della supply chain

Dopo aver toccato di persona la potenziale fragilità e l’impatto di conseguenze a cascata spesso incontrollabili, è cresciuta l’attenzione verso soluzioni IT in grado di rendere più affidabile una supply chain. Per chi presiede il settore da anni, un’ottima notizia. «Lo scorso anno, in tutto il mondo abbiamo aggiunto oltre seicento persone al nostro organico globale di oltre 3.500 dipendenti – afferma Roberto Vismara, sales director di Manhattan Associates -. Dall’inizio dell’anno abbiamo già superato quota cento. Una bella differenza rispetto a tante altre aziende dalle quali arrivano spesso importanti riduzioni del personale».

Al di là dei numeri, comunque motivo di orgoglio in qualunque momento e ancora di più quando in controtendenza, sono diversi gli spunti interessanti per capire lo stato di salute delle supply chain in generale, le prospettive e soprattutto gli strumenti disponibili per non ricadere vittime dei recenti problemi.

Un’occasione utile prima di tutto per un punto sulla situazione locale in materia di innovazione. «Parliamo di un livello di percezione molto diverso rispetto a Paesi come gli USA – osserva Vismara –. Nonostante i progressi rispetto al 2018, quando Esselunga è stato il nostro primo cliente in Italia, il livello di percezione verso una supply chain digitale resta ancora debole».

Anche se in questi cinque anni il portafoglio clienti è cresciuto e i dipendenti sono passati da quattro a venti, spesso è difficile pensare di poter, e dover, andare oltre una semplice strategia digitale di warehouse management.

Nel caso particolare, Manhattan Associates deve scontare anche il prezzo di essersi affermata proprio con questa categoria limitata di prodotto. Buona parte dell’impegno deve infatti essere investito nello spiegare un’offerta nel tempo cresciuta e allargata.

«Attraverso la piattaforma Active possiamo supportare un cliente lungo l’intera supply chain. Siamo diventati particolarmente bravi nel fornire tecnologia a supporto della trasformazione digitale. Seguendo i nostri clienti sempre più traversali, muovendoci verso l’omnicanalità spinta».Manhattan Associates

L’opportunità dei distretti

Uno scenario dove la complessità derivante da una elevata frammentazione delle aziende può sembrare un ostacolo in più. Meno gravoso però aggiustando il punto di vista in un’ottica più attuale. «Se parliamo della capacità di spesa, certamente le grandi aziende sono più propense ad adottare le nostre soluzioni. In realtà però, negli ultimi anni la competizione si è spostata più verso gli ecosistemi e i distretti industriali».

Se da una parte si parla comunque di più realtà da collegare tra loro, è anche vero come sia più facile incontrare la flessibilità e l’agilità necessarie per intraprendere l’indispensabile cambiamento dettato dalla transizione digitale.

All’interno di una filiera, la necessità di doversi a volte adattare al decisioni prese all’esterno può rivelarsi uno stimolo in più per vincere i timori e investire in un cambiamento. I problemi semmai, in situazioni del genere ricadono tutti sulle spalle di Manhattan Associates. Nel corso degli anni infatti, in tante aziende i sistemi IT si sono stratificati, creando situazioni molto diverse tra loro sulle quali dover intervenire.manhattan

Il contributo importante del cloud

Anche in questo caso però, la soluzione è a portata di mano, e ancora una volta, trasformandosi in spinta verso l’innovazione. «Le nostre soluzioni sono basate sulla piattaforma cloud Google. Questo porta un vantaggio in termini di sicurezza dell’intera supply chain, ma aiuta anche a risolvere i problemi di compatibilità tra le singole aziende».

Le inevitabili perplessità iniziali nell’abbandonare architetture considerate in alcuni casi ancora spese necessarie da far durare più a lungo possibile, si superano con una indiscutibile dimostrazione di efficienza. Per l’utente infatti, la responsabilità di gestione non grava più per intero su un CIO, ma passa per un meno oneroso supporto a un riferimento interno, incaricato di tenere i contatti e trasmettere il messaggio sul cambiamento in corso.

Dal canto suo, Manhattan Associates garantisce i benefici del cloud attraverso anche aggiornamenti regolari  dei software in modalità push e il rilascio trimestrale di nuove funzionalità. «Ci affidiamo a una sorta di influencer aziendale, persone stimate dai colleghi e utili per aiutare vincere quella sorta di resistenza al cambiamento ancora molto radicata in Italia».manhattan

I vantaggi di una supply chain digitale

Anche perché i benefici non tardano ad arrivare. Adottando tecnologie difficili, se non impossibili, da gestire all’interno di realtà non adeguatamente attrezzate. «Sfruttando l’intelligenza artificiale, abbiamo introdotto funzioni in grado di calcolare la data di consegna  con maggiore affidabilità. Raccogliamo dati provenienti dai corrieri in tempo reale e integrandoli con quelli elaborati sul campo, per esempio i tracciati GPS, possiamo migliorare il livello di servizio offerto».

In pratica, si sancisce il superamento dei confini aziendali anche per quanto riguarda la tracciabilità. Non si parla più di informazioni e competenze limitate al perimetro interno, ma grazie al cloud integrate con tutto il percorso di un prodotto, senza la necessità di trasferire o copiare file tra sistemi diversi. Le API messe a disposizioni dei partner permettono di raccogliere dati senza intervenire più del necessario sui sistemi proprietari.

Per scongiurare così un’altra delle paure tipicamente associate al cloud, mantenendo il pieno controllo della situazione. Come conseguenza dell’apertura, spingendosi addirittura oltre. «All’interno di tutte le soluzioni abbiamo dei cruscotti che permettono di misurare vari KPI. Dalla produttività delle persone fino alla capacità di rispettare impegni con i clienti. Sono utili anche a individuare eventuali azioni correttive e migliorare i livelli i servizio».

A guardare i numeri, perfettamente funzionali anche alle fortune di Manhattan Associates, in grado di vantare un curriculum non comune. «Siamo un’azienda ormai arrivata a trentatre anni di attività – conclude Roberto Vismara -, senza mai aver registrato un dollaro di debito. In compenso, investiamo una cifra compresa tra il 15% e il 20% degli utili in ricerca e sviluppo».

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato sulle novità tecnologiche
css.php