Edisoftware, Aladdin, Techne e Microsoft, ovvero, come favorire la cultura tecnologica delle Pmi.
Parlare di innovazione reale a Smau 2006 significa fare i conti con le Pmi, vera pietra angolare della nostra economia.
Fra le tante testimonianze raccolte ne spiccano tre, per la propositivita’ del contenuto.
Edisoftware, societa’ che da quando esiste fa sistemi gestionali per la Piccola e media impresa, e’ convinta di essere parte a pieno titolo del processo di innovazione. “Molti utenti pensano che innovare significhi evitare di portare i conti dal commercialista – spiega la marketing manager della societa’ genovese, Paola Acciai -. Noi spieghiamo loro che innovazione e’ fare molto di piu’. E’ fare meglio le operazioni di produzione, migliorare i processi quotidiani. Le scelte di una Pmi sono mosse dai costi. Noi spieghiamo loro che, con la tecnologia lo si puo’ fare, ma si puo’ anche ottimizzare la struttura. In questo Smau puo’ aiutarci a dettare paradigmi e stimoli, puo’ agevolare la presa di coscienza”.
Ma per essere innovativi bisogna essere visioniari?
Secondo Alfredo Cusin, sales manager di Aladdin, societa’ di security, per esserlo “bisogna rischiare, questo e’ certo. Ma essere visionari, in senso strategico, e’ fuorviante”.
Gli fa eco Carlo Chiodarelli, amministratore delegato di Techne Security, secondo il quale “il modo migliore per essere innovativi e’ essere normali. Avere idee chiare, con progetti a lungo termine. In tal senso, la Pmi e’ una realta’ orientata al medio-lungo periodo per definizione, avendo a capo un imprenditore che ha una percezione netta del costo-beneficio. Gli utenti di sicurezza sono a volte realisti, a volte realisti e selettivi, ma se si parla di autenticazione devono essere anche innovativi. Questo e’ il punto“.
E poi, l’amara constatazione: “in materia di cose come l’autenticazione in Italia siamo sottosviluppati dal punto di vista culturale”.
Per le aziende fare innovazione adesso, secondo Manuel Maina, product manager dei server di Microsoft significa ottimizzare la struttura, fare le cose meglio, con piu’ efficienza, badando ai costi, ma non solo.
In tal senso Microsoft si pone come abilitatore dell’innovazione su tre scenari. In quello alto, fatto da grandi imprese, segue un modello consulenziale, che esamina il ciclo di vita dei sistemi d’azienda. In quello medio e piccolo, si deve invece svolgere proprio una missione, dal diverso profilo. Sulle tante realta’ italiane piccole e piccolissime, in cui si trovano anche due soli pc, “siamo ancora agli albori dell’It” – sostiene Maina – e qui si deve divulgare il valore dell’innovazione.”
E non e’ innovazione da zero, ma poco ci manca, quella che si deve fare presso le medie imprese, ancora retaggio di sistemi operativi come Windows Nt o 2000, cioe’ che non sfruttano, secondo Maina, le potenzialita’ dell’evoluzione tecnologica avvenuta da qualche anno a questa parte, specie al capitolo sicurezza. Qui per Microsoft stimolare l’innovazione significa far percepire il valore dell’aggiornamento dei sistemi.





