Big Blue sta preparando il lancio del progetto Oceano, che intende proporre strumenti software per la gestione di programmi in ambienti complessi. I concorrenti, tuttavia, non staranno a guardare.
Una squadra di grandi fornitori, guidata da Ibm, renderà disponibile entro la fine dell’anno un ventaglio di soluzioni che potrebbero abbattere in misura sensibile i costi legati alla gestione di un ambiente informatico distribuito. In una fase in cui molte aziende sono alla disperata ricerca di un approccio unificato al controllo di applicazioni e sistemi complessi, leader di mercato come Ibm, Hewlett-Packard, Compaq e Egenera rispondono a colpi di nuove generazioni di utilities, architetture “blade” e tecnologie avanzate di input/output. Nel quadro del progetto “Oceano”, Big Blue ha per esempio annunciato la prossima uscita di alcuni strumenti software in grado di pilotare sofisticate applicazioni numeriche in virgola mobile distribuite su più server. Delineato per la prima volta nel marzo del 2001, Oceano rappresenta l’iniziativa Ibm per la stabilizzazione di programmi che girano su strutture complesse, costituite da un numero elevato di server interconnessi in una “balde network” o clusterizzati. Il progetto Oceano si sta evolvendo in parallelo con Rio (Remote I/O) un’altra tercnologia Ibm già presente a bordo di sistemi come gli x440, i server multiprocessore basati sulla piattaforma Intel Xeon Mp. A partire dall’estate, questa architettura, progettata per semplificare al massimo gli upgrade e la gestione, verrà introdotta anche nelle famiglie Ibm di blade server, un segmento molto caldo del mercato, occupato da costruttori come Compaq, Hp, Egenera, Rlx e altri. Ibm inoltre supporta l’interfaccia Infiniband come canale di I/O preferenziale per i server di tipo blade. Dal canto suo, anche Hp sta affrontando il problema della connettività dei server con il sistema Nebs (network equipment building standard).
