Il mercato dei chip rallenta ancora, ma la ripresa è all’orizzonte. Ma Intel potrebbe mancare gli obiettivi

Le vendite registrano un meno 37% rispetto al luglio dello scorso anno. I primi segnali di crescita potrebbero vedersi nell’ultimo quarter, mentre c’è chi preannuncia buoni risultati per il 2002 grazie al mercato consumer

Nel mese di luglio, il mercato mondiale per semiconduttori è sceso del 37%
rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, passando da 17,29 a 10,86
miliardi di dollari. Rispetto al mese precedente, nel quale si erano registrate
vendite per 11,57 miliardi di dollari, il calo è del6,1%. Questi dati vengono da
un rapporto rilasciato in questi giorni dalla Semiconductor Industry
Association
, che se da un lato conferma uno scenario già ampiamente
descritto come negativo, dall’altro comincia a lanciare qualche piccolo segnale
di incoraggiamento. In particolare, l’associazione sottolinea come nei prossimi
mesi si potrebbero cominciare a registrare delle inversioni di tendenza grazie a
due fenomeni concomitanti. Da un lato le aziende produttrici sarebbero
finalmente riuscite a riportare al di sotto dei livelli di guardia i loro
magazzini, dall’altro si attende una buona crescita delle vendite di personal
computer, prodotti di comunicazione e handheld nell’ultimo trimestre dell’anno.


Bene per le note positive, per altro confermate anche da uno studio condotto
dalla statunitense SemicoResearch nel quale la società sostiene
che grazie al mercato consumer, le vendite di chip riusciranno nel 2002 a
raggiungere il tetto dei 200 miliardi di dollari, in crescita del 23% rispetto
al risultato complessivo previsto per la fine di quest’anno. La crescita, sempre
secondo Semico, dovrebbe continuare nel 2003 e subire un nuovo arresto nel 2005,
anno nel quale il mercatod dovrebbe comunque valere qualcosa come 302 miliardi
di dollari.


Un po’ meno bene per la situazione attuale, che vede i big player a
“rischio-ridimensionamento”. Secondo gli analisti, al centro della questione
sarebbe in primo luogo Intel. La società, che già nel corso del
mese di luglio aveva comunicato che le vendite per il trimestre si sarebbero
attestate tra i 6,2 e i 6,8 miliardi di dollari, potrebbe non raggiungere
l’obiettivo. Addirittura gli analisti temono che il risultato finisca per
attestarsi persino al di sotto dei 6 miliardi di dollari, cosa che finirebbe per
avere un impatto particolarmente negativo sul titolo in Borsa.

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