Hosted Ucc nel futuro di Dimension Data

In attesa che le aziende global adottino il procuring delle applicazioni di Unified communication come servizio gestito, dati Ovum alla mano, l’azienda del Gruppo Ntt ribadisce l’importanza di una strategia user-centric nell’adozione di mobile Uc e social collaboration.

Da network integrator a provider di servizi Ict gestiti.
Oltrepassata la linea di confine che separa la system integration dalla proposizione ad aziende multinazionali o global di servizi professionali, di consulenza, procurement, supporto e outsourcing It «con contratti pluriennali a canoni e livelli di servizio garantiti», l’evoluzione raccontata da Roberto Del Corno (nella foto), managing director Italy & Spain Dimenion Data Europe, ha sempre più la consistenza della nuvola.

Lo dice la Cloud Solutions Business Unit annunciata nel 2012 dall’azienda del Gruppo Ntt dopo l’acquisizione della statunitense Opsource e dell’australiana BluFire, lo ribadiscono gli investimenti compiuti da 15 mesi a questa parte «e già attestati da Gartner, che ci ha posizionato tra i leader del Magic Quadrant per i Communication outsourcing and Professional service 2012».

Una qualifica in più da spendere per veder crescere quell’1% a oggi portato a casa dal cloud in termini di business su un fatturato di 5,8 miliardi di dollari in cui i servizi di system integration (77%) fanno ancora la parte del leone.

Ma tant’è.

Forte di software e datacenter proprietari e «sempre più cliente dei suoi stessi vendor partner», è una Dimension Data focalizzata, in ottica consulenziale, alla proposizione «di servizi costruiti attorno a un offering che, oggi, non può più limitarsi alla sola proposizione di quel che serve per far funzionare un prodotto».


Occhio alle tecnologie calate dall’alto senza consenso dal basso

Un ruolo di “consulente di processo” di cui la realtà nata nel 1983 in Sudafrica con Cisco come unico brand di riferimento, è tornata a sottolineare l’importanza grazie ai risultati di Dimension Data 2013 Global Ucc Study, indagine condotta su scala globale chiedendo lumi a oltre 1.320 responsabili del dipartimento Ict e a 1.390 dipendenti di aziende sopra i mille dipendenti rappresentative di una ventina di industry in merito alla spesa per l’adozione di sistemi di Comunicazione e collaborazione unificata.

Realizzata da Ovum sulla falsa riga di una medesima survey commissionata dalla stessa Dimension Data e già condotta nel 2007 (in un’era pre-smartphone priva della C di collaboration), la prima evidenza che salta agli occhi è che, rispetto a un lustro fa, l’introduzione di sistemi Ucc in azienda «non è più un puro fatto tecnologico ma viene assunta nel processo decisionale come opportunità strategica di crescita aziendale».
Succede così, per bocca di Roberto Fasiani, Line of busines manager converged communications Dimension Data Italy, che di fronte a un nutrito 78% dei responsabili del settore It che hanno affermato di disporre di un piano strategico e di un budget per implementare “parti selezionate” del sistema Ucc, solo nel 7% dei casi il giudizio degli utilizzatori finali «ne ha determinato o influenzato la strategia».

Lungi dal tracciare in maniera profittevole un profilo dei bisogni dei dipendenti per il successo dei propri investimenti misurato in termini di Roi, le aziende non stanno valutando adeguatamente le necessità dei propri utenti interni.

«Non va meglio in ottica Byod – sottolinea Fasiani -, visto che quasi la metà delle realtà che affermano di supportare la modalità Bring your own device lo fa in merito al device senza abilitare le applicazioni aziendali sui dispositivi personali dei propri dipendenti». Segno, quest’ultimo, che si disegna la strategia aziendale «senza considerare i trend portati dagli utenti, mentre solo un terzo delle grandi aziende interpellate si occupa di profilare per tipologia e attività svolte il lavoro dei propri dipendenti cui eventualmente abbinare le giuste applicazioni per rendere il business più agile».


E in Italia?

Condotta interpellando 49 decision maker e 58 utenti di grandi aziende attive principalmente nelle aree manufacturing, banking e finance, da noi le evidenze emerse dal Dimension Data 2013 Global Ucc Study confermano la distanza tra la strategia aziendale e gli utenti interni ma parlano anche di un mercato «mediamente più attivo nell’adozione di soluzioni di mobile Unified communication e di social software».

Non solo.

Seppur un po’ più indietro (40%) rispetto al resto del mondo nel supportare l’utilizzo dei device personali in azienda in ottica Byod, «risultiamo più avvezzi a far nostri modelli di servizio gestito anche in modalità hosted valutando, nel 30% dei casi, di demandare on the cloud anche i servizi di telefonia rispetto a un valore worldwide che sul medesimo punto si dimezza» precisa Fasiani.

Così, se entro il 2015, Dimension Data si dice certa che, a livello worldwide, «tra il 34% e il 42% delle grandi organizzazioni dovranno prendere in considerazione il procuring di differenti applicazioni di Unified communication come servizio interno all’azienda ma gestito», l’adozione del cloud è ancora lontana dall’affermarsi.
«Nei prossimi anni – è il parere di Fasiani –, le aziende continueranno a mantenere premise-based l’88% dei sistemi Ip-Pbx e l’83% dei bridge di audio conferenza. Infatti, la ricerca Ovum dimostra che, nei prossimi 24 mesi, solo il 20% delle aziende prevede di valutare seriamente il cloud per le implementazioni Ucc, anche se tra il 21% e il 36% delle applicazioni in quest’ambito risultano attualmente premise-based ma gestite da terze parti».

Se il driver della tecnologia non è più il costo
Così, se nel 2007 solo il 35% delle 390 grandi imprese intervistate in 13 Paesi nel mondo aveva implementato un sistema di telefonia Ip, oggi la percentuale è salita al 75% «e le barriere all’adozione riportate non sono più di tipo tecnico quanto organizzativo» è l’opportuna conclusione di chi si occupa anche di assistenza “on the job” e “post-installazione”.
Perché se la strada per aumentare la flessibilità aziendale passa da mobile Uc e social collaboration portando miglioramento dei processi aziendali e aumento della produttività, è altrettanto vero che la mancanza di una strategia user-centric comporta un rischio di insuccesso elevato.

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