Idc cautamente ottimista

Antonio Romano si concede un abbozzo di ottimismo e parla di una possibile crescita del 4% del settore pc in Italia

16 luglio 2003 Probabilmente è giunto il
momento di abbandonare il comprensibile disfattismo degli ultimi mesi, per
concedersi un minimo di seppur cauto ottimismo.
Prabilmente è anche questa
considerazione che ha spinto Antonio Romano, vice president
research southern Europe di Idc, a mandare segnali di
incoraggiamento anticipando i dati del trimestre appena concluso nel corso
dell’incontro di presentazione della semestrale di Acer.
A un primo
trimestre decisamente piatto, con una crescita dello 0,4% in unità e un calo del
3,6% in valore sul mercato pc
– ha dichiarato – dovrebbe seguire un
secondo quarter con una crescita ipotizzabile in un range tra l’1 e il 4%, e un
calo in valore dell’1,8%. Ma, ciò che è più importante, è che è possibile
ipotizzare una fine anno con una crescita del 4,8% in unità e dello 0,2% in
valore
“.
Naturalmente, è la precisazione che ne segue, tutto questo non
è affatto significativo di una ripresa. Si tratta, semmai, di un semplice
recupero di quanto perso lo scorso anno.
Eppur qualcosa si muove. Parafrasi
che sta ad indicare sette spunti colti da Romano sul nostro
mercato e dai quali trae qualche buon segnale.
In primo luogo dovrebbe
iniziare il ciclo di sostituzione di quanto acquistato nel periodo 1999/2000,
ormai rinviata troppo a lungo. In secondo luogo inziano a partire alcuni
progetti di e-Governement, cosa che dovrebbe aiutare a spingere la spesa del
settore pubblico. In terzo luogo si scorgono alcuni timidi segnali di ripresa da
parte della pmi, seppure ancora piuttosto discontinui e disomogenei. Il consumer
da parte sua, e questo è il quarto punto, sfrutta la leva dei prezzi e indirizza
la propria propensione d’acquisto verso i notebook. La stessa flessione dei
prezzi, quinto punto, è un volano per incoraggiare gli investimenti. Gli ultimi
due punti riguardano da un lato gli operatori, dall’altro i clienti. Sul lato
dei distributori, la situazione in questo momento vede una necessaria
ridefinizione del loro assetto competitivo, mentre per quanto riguarda il
panorama dei clienti, le aziende oggi si trovano comprensibilmente a lavorare
molto di più sul rinnovo dei parchi e sull’implementazione delle nuove
tecnologie, piuttosto che sulla ricerca di un mercato
nuovo
“.

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