Ibm, primi concreti passi verso la strategia on-demand

La nuova Open Infrastructure Offering consente al cliente aziendale l’acquisizione della totalità o di una parte dell’infrastruttura tecnologica prescelta, compresi i servizi, dietro il versamento di un canone mensile.

7 maggio 2003 Ibm comincia a definire l’infrastruttura necessaria per la piena realizzazione della sua nuova strategia di informatica “a richiesta”, annunciata nell’autunno scorso, con prodotti e servizi in grado di offrire l’accesso limitato alle risorse effettivamente richieste da una organizzazione aziendale. Big Blue ha esteso questo approccio di pagamento in funzione della crescita anche all’acquisto di sistemi e servizi informativi e alle opzioni di pagamento a rate mensili, con ordinazioni variabili nel tempo. Essere un’azienda efficiente e flessibile comporta l’impiego di risorse It basate sull’effettivo business model, non sui requisiti fisici», spiega Michel Teyssedre, vice presidente Ibm per lo sviluppo commerciale nel segmento degli eServer. Contemporaneamente, l’azienda deve connettere i suoi processi di business a una infrastruttura on-demand.

La nuova Ibm Open Infrastructure Offering consente al cliente aziendale l’acquisizione della totalità o di una parte della sua infrastruttura, compresi i servizi, dietro il versamento di un canone mensile. Il contratto prevede un certo grado di flessibilità per le eventuali variazioni decise dal cliente.

La formula Standby Capacity On Demand riferita ai blade server e ai sistemi di storage Ibm offre un sistema completamente preconfigurato a un prezzo che copre esclusivamente la capacità utilizzata. Eventuali margini di capacità aggiuntiva vengono attivati su richiesta e pagati nel corso dei successivi sei mesi. Le nuove modalità di ordinazione e pagamento si aggiungono a quelle già previste per i sistemi z, x e pSeries, mentre gli Ibm iSeries prevedono una formula di capacità “temporanea”, in base alla quale l’utente paga la capacità utilizzata, con la possibilità di incrementarla o ridurla.

Tra i prodotti software di tipo infrastrutturale appena rilasciati, Ibm Web Server Provisioning è un set di funzioni di autogestione che consentono l’automatica attivazione o aggiunta di un altro server. L’applicativo, inserito nell’ambito dell’offerta di management Tivoli, mira a ridurre il carico gestionale della configurazione, rendendo automatiche certe procedure. Anche Ibm WebSphere è il primo server applicativo che integra uno specifico middleware “di griglia”, utilizzato per la virtualizzazione e l’aggregazione della potenza di calcolo in base alle applicazioni richieste. Per fine anno, a dicembre, è infine previsto San Integration Server (conosciuto in precedenza come “StorageTank”).

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